Star Wars: La Leggenda – Capitolo 3: Il ritorno dello Jedi

Star Wars: La Leggenda – Capitolo 3: Il ritorno dello Jedi

George Lucas macina successi su successi. Dopo Star Wars, anche il primo film dedicato a Indiana Jones, I Predatori Dell’Arca Perduta (Raiders Of The Lost Ark), da lui co-scritto e diretto da Steven Spielberg, si rivela un grande successo. Arriva dunque il momento di chiudere la prima trilogia di Star Wars. Prima però, nell’aprile 1981, viene ridistribuito nelle sale americane il primo episodio della saga, che può finalmente sfoggiare il sottotitolo concepito fin dal principio, Una Nuova Speranza (A New Hope).

Alcuni mesi dopo, l’universo narrativo ideato da Lucas trova un nuovo, fertile terreno in cui espandersi: sono infatti gli anni in cui nelle case degli americani si stanno diffondendo le prime consolle portatili e i primi videogame, alcuni ideati specificamente proprio per una nuova generazione di videogiocatori. Star Wars, con le sue atmosfere fantascientifiche e il suo carico di azione e dramma, è il soggetto perfetto per questo tipo di mercato. Il primo titolo, The Empire Strikes Back, pubblicato dalla Parker Brothers, esce nel 1982 ed è solo il primo di tanti. Star Wars accompagnerà nel corso dei decenni l’intera evoluzione di questo settore, dai primi incerti pixel fino alle incarnazioni attuali.

Per il nuovo episodio cinematografico, Lucas torna a collaborare con Lawrence Kasdan scrivendo insieme a lui nel 1981 la sceneggiatura, con qualche contributo aggiuntivo di David Peoples, una cui prima bozza viene completata nel mese di giugno. Il titolo originale sarà anche quello finale, Il Ritorno dello Jedi (The Return Of The Jedi), tuttavia Kasdan pensa che esso sia troppo debole e viene dunque cambiato in Revenge Of The Jedi.

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La prima scelta come regista ricade su Steven Spielberg, il quale però è iscritto alla Writers and Directors Guilds of America e, per evitargli guai e rovinare future collaborazioni come accaduto con Irvin Kershner, Lucas vaglia altre opzioni. Contatta dunque prima David Lynch e poi David Cronenberg, ma entrambi rifiutano: il primo perché pensa sia meglio che sia Lucas stesso a dirigere il film, non volendo imporre troppo la sua personale visione, inoltre accetta poco dopo di dirigere un altro film di fantascienza che lo intriga, Dune ; il secondo perché impegnato nella direzione di ben due film, La Zona Morta (The Dead Zone) e Videodrome. La scelta finale ricade quindi su Richard Marquand, il regista del thriller La Cruna Dell’Ago (Eye of the Needle).

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Prima che le riprese abbiano inizio, Lucas, Kasdan, Marquand e il produttore Howard Kazanjian hanno per circa un paio di settimane svariati meeting, durante i quali la sceneggiatura del giugno 1981 viene rivista e alcuni elementi vengono aggiunti o tolti. Nella prima bozza, per esempio, non è prevista la presenza di Yoda, ma Marquand sottolinea come il pubblico possa ancora non essere del tutto convinto della parentela tra Luke Skywalker e Darth Vader e che quest’ultimo possa anche aver mentito. Lucas inoltre ha consultato uno psicologo infantile, il quale gli ha confermato che il pubblico più giovane potrebbe ancora essere incredulo rispetto a ciò e serve dunque che un personaggio indipendente ne dia una conferma ufficiale. L’ultimo Jedi della vecchia guardia perciò ritorna, seppure solo per pochi minuti, per sancire in via definitiva quanto dichiarato da Anakin Skywalker nel precedente episodio.

In un primo momento al posto degli Ewoks ci sono i Wookiee, tuttavia l’idea viene scartata poiché serve un popolo a digiuno di tecnologia e Chewbacca ha dimostrato invece di saperla ben padroneggiare. Inoltre, è previsto il ritorno in vita di Obi-Wan Kenobi, ma alla fine rimane nella sua forma di spettro. La sceneggiatura finale non arriva che a compimento che alla fine del 1981.

Il casting vede gradite conferme e qualche decisiva aggiunta. Dei protagonisti principali, quello all’inizio più in forse è Harrison Ford: oltre a non aver ancora firmato un contratto per questo sequel, la sua interpretazione come Indiana Jones lo ha ulteriormente consacrato come una star di primo livello. Ford chiede che il personaggio di Han Solo rimanga ucciso durante un assalto a una base dell’Impero, idea che trova il consenso di Kasdan, il quale dal canto suo suggerisce che la cosa avvenga a inizio film, per scioccare gli spettatori. Lucas però si oppone con forza a questa proposta e alla fine trova l’intesa commerciale con Ford. Un’altra decisione riguardante uno dei personaggi principali è il destino finale di Luke Skywalker, che nelle intenzioni originarie avrebbe dovuto sottrarsi alle celebrazioni finali dell’alleanza ribelle per ritirarsi in solitudine: Lucas tuttavia giudica questo epilogo troppo cupo e concepisce l’happy ending finale.

Alla base di entrambe queste decisioni, c’è l’esigenza di non rovinare il merchandising collegato alla saga, il quale ha ormai raggiunto livelli considerevoli, e secondo Lucas rischierebbe un tracollo se si optasse per queste due scelte narrative (come vedete, già all’epoca si prestava molta attenzione a questi aspetti). Il Ritorno dello Jedi sancisce anche il legame parentale tra Luke e Leia Organa: Lucas non ha del tutto dimenticato l’idea originaria di Leigh Brackett su una sorella perduta di nome Nellith, e pensa all’inizio di utilizzarla per una seconda trilogia successiva a questo film,  ma decide poi di riadattarla per non lasciare trame in sospeso.

Il personaggio dell’Imperatore Palpatine compare per la prima volta in carne e ossa (nel precedente film era un ologramma). Per questa parte viene scelto l’attore shakespeariano Ian McDiarmid: all’epoca costui ha 37 anni, ma ha già interpretato personaggi più anziani a teatro, cosa che convince sia Lucas che Marquand a selezionarlo. Il creatore della saga gli chiede all’inizio di aderire il più possibile alla voce di Clive Revill, ma McDiarmid tira fuori un tono gutturale e sinistro che convince immediatamente Lucas a tornare sui suoi passi e utilizzare la sua voce.

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Il personaggio di Darth Vader viene interpretato da ben tre attori: oltre ai già consolidati David Prowse e Bob Anderson (per le scene di combattimento dove è richiesta una maggiore abilità con la spada laser), c’è un’ultima scena molto toccante in cui Anakin chiede a suo figlio Luke di togliergli la maschera, perché possa vederlo coi suoi veri occhi prima di morire. Prowse non ha l’esperienza necessaria, serve dunque un attore più consolidato che arrivi a toccare le corde emotive degli spettatori. La scelta ricade sull’attore inglese Sebastian Shaw, veterano della Royal Shakespeare Company.

La scena viene girata in un solo giorno. Sul set Shaw incontra il suo collega Ian McDiarmid, ma non può spiegargli perché si trova lì, dal momento che il contratto che ha firmato gli impone di mantenere il più totale riserbo sul suo ruolo. La scena ha una durata di poco più di due minuti, in più ci sono i pochi secondi in cui Shaw compare come fantasma della Forza al fianco di Yoda e Obi-Wan, eppure l’interpretazione dell’attore inglese è così convincente e commovente che – di una carriera ultradecennale – sarà questo il ruolo per cui più verrà ricordato e apprezzato dal pubblico, con suo stupore e piacere.

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Il budget iniziale è di 32 milioni e mezzo di dollari. Anche in questa occasione la somma viene raccolta senza contattare le major cinematografiche e stavolta Lucas fa tutto ciò che è in suo potere perché la cifra non venga sforata. Le riprese iniziano nel mese di gennaio del 1982 nella location consolidata degli Elstree Studios di Londra. Per evitare il più possibile fughe di notizie da parte di giornalisti e fan, sul set e sugli attrezzi di scena il progetto viene chiamato Blue Harvest: Horror Beyond Imagination. Dopo quasi 80 giorni di lavoro, la troupe si trasferisce nel deserto dell’Arizona, dove viene ricreato il pianeta Tatooine e, dopo altre due settimane, nelle foreste della California per le scene ambientate su Endor. La conclusione ufficiale delle riprese avviene poco dopo la metà di maggio, un record se si pensa alle traviate tempistiche dei due film precedenti.

L’unica seria problematica che si presenta è il tormentato rapporto tra il regista Richard Marquand e i vari attori, conflittuale a dir poco, tanto che è spesso lo stesso Lucas a dover dirigere alcune scene (cosa da lui confermata, anche se attribuita alla inesperienza di Marquand nel girare scene con effetti speciali) o un aiuto regista di Irvin Kershner.

Iniziano intanto a circolare i primi poster ufficiali del film e un teaser trailer, i quali riportano il titolo ancora ufficiale di Revenge Of The Jedi. Nel dicembre 1982, però, Lucas cambia idea, in quanto giunge alla conclusione che nel codice d’onore di un Cavaliere Jedi non possa esserci spazio per la vendetta, e ripristina il titolo originario di The Return Of The Jedi. Alla base di questa decisione c’è forse anche il desiderio da parte dell’ideatore della saga di gettare nello scompiglio i produttori di merchandising non autorizzato della saga, già molto diffuso all’epoca.

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Dopo l’ormai consolidato lavoro di post-produzione ad opera della Industrial Light & Magic e di John Williams, il film esce nelle sale americane il 25 maggio 1983. Il budget investito viene recuperato e ampiamente superato, tanto che la pellicola arriva a guadagnare a livello mondiale un incasso di circa 570 milioni di dollari. Da un punto di vista operativo, Il Ritorno Dello Jedi si rivela l’episodio meno problematico della prima trilogia e chiude questa prima, decisiva fase cinematografica della saga di Star Wars.

L’universo narrativo di Star Wars tuttavia torna a far parlare presto di sé in televisione. George Lucas infatti è ancora convinto che questo possa essere un buon mezzo di diffusione: l’Holiday Special del 1978 è stato sì un disastro in termini di resa narrativa, ma ha comunque ottenuto un buon riscontro di pubblico. Quello che Lucas deve fare è supervisionare l’intera fase creativa di un nuovo progetto, facendo sì che tutto parta da un suo soggetto, ne siano da lui valutati e approvati (o cassati) i contenuti e il tutto si concluda solo dopo la sua approvazione.

La scelta di Lucas per un nuovo special televisivo ricade sugli Ewoks, il popolo dei boschi comparso in Il Ritorno Dello Jedi e divenuto beniamino del pubblico più giovane: un soggetto del gran capo della LucasFilm viene sceneggiato da Bob Carrau e diventa un film diretto da John Korty, L’Avventura Degli Ewoks (Caravan of Courage: An Ewok Adventure). Il film viene girato nelle foreste californiane in sette settimane nell’estate del 1984 e alla fase finale delle riprese partecipa lo stesso Lucas a causa di altri impegni di Korty.

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Il film viene trasmesso dalla rete televisiva ABC il 25 novembre 1984 e ottiene buoni ascolti, tanto che viene subito messo in cantiere un sequel. Il procedimento è lo stesso: Lucas stende un soggetto, che viene ampliato in sceneggiatura, stavolta da Jim Wheat e Ken Wheat (registi anche della pellicola), e supervisiona l’intera fase creativa dando infine il suo assenso. Le riprese vengono effettuate nell’estate del 1985 sempre nelle foreste californiane e il risultato finale è Il Ritorno Degli Ewoks (Ewoks: The Battle For Endor), trasmesso dalla ABC il 24 novembre 1985. Si vocifera un paio di anni dopo anche di un altro sequel, ma esso non diverrà mai un progetto concreto.

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Gli Ewoks diventano anche i protagonisti di una serie animata, Star Wars: Ewoks, trasmessa sempre dalla ABC a partire dal settembre 1985. Tra gli sceneggiatori vi è un giovane Paul Dini, il quale diverrà poi famoso grazie ai prodotti di animazione incentrati su Batman. Il popolo dei boschi condivide il suo spazio con C-3PO e R2-D2, anche loro protagonisti di una serie animata, Star Wars: Droids. Quest’ultima dura per una sola stagione di 13 episodi, più uno speciale conclusivo trasmesso nel giugno 1986. Gli Ewoks hanno più fortuna, ma solo per un anno, concludendo la loro corsa nel dicembre 1986 dopo due stagioni e 35 episodi.

Sempre nel 1986, un importante tassello dell’Universo Espanso giunge alla sua conclusione quando, col numero 107 (data di pubblicazione settembre), termina la serie a fumetti edita dalla Marvel Comics, tra un sostanziale disinteresse generale.

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Nel 1987, la West End Games stringe un accordo con la LucasFilm per la produzione di un gioco di ruolo incentrato sull’universo di Star Wars. Si presenta tuttavia un curioso problema: a parte quanto visto nei film, poco è noto rispetto al background generale della saga che, ricordiamolo, si svolge in una galassia lontana, lontana. LucasFilm fornisce allora appunti e diari di produzione e, basandosi su queste fonti ufficiali, viene concepito un prodotto e dei libri che ottengono un ottimo riscontro e costituiranno un punto di riferimento per molti fan. Solo che poi sull’universo di Star Wars cala il silenzio.

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Fabio Volino

PROSSIMAMENTE: LA SECONDA TRILOGIA

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