Star Wars: La Leggenda – Capitolo 1: Una Nuova Speranza

Star Wars: La Leggenda – Capitolo 1: Una Nuova Speranza

Capitolo 1: Una Nuova Speranza

1971: Esce nei cinema americani L’Uomo Che Fuggì Dal Futuro (THX 1138), il film che segna il debutto di un giovane regista e sceneggiatore di nome George Lucas. E sempre in quell’anno, che ci crediate o meno, ha inizio la leggenda di Star Wars.

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George Walton Lucas nasce il 14 maggio 1944 a Modesto, in California, unico figlio maschio di una famiglia il cui padre è titolare di un emporio. Divenuto adolescente, inizia a manifestare interesse per il mondo delle gare automobilistiche, fantasticando un futuro da pilota professionista. Tuttavia, nel giugno 1962, poco dopo essersi diplomato, Lucas è vittima di un terribile incidente automobilistico che quasi gli costa la vita e gli fa abbandonare qualsiasi desiderio di competizione sportiva.

Lucas inizia a studiare presso il Modesto Junior College, dove si interessa di varie materie e dirige i suoi primi corti grazie prima a una videocamera 8mm, poi 16mm. Uno di questi, intitolato Electronic Labyrinth: THX 1138 4EB, costituirà la base del suo film d’esordio. Trasferitosi alla scuola di cinema dell’Università della California, rimane affascinato dalle pellicole di registi europei come François Truffaut e Federico Fellini e conosce suoi futuri colleghi come John Milius, Bob Gale e Robert Zemeckis. In particolare, stringe una forte amicizia con un altro giovane aspirante regista di nome Steven Spielberg.

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Nel 1967, Lucas partecipa alla produzione del film Sulle Ali Dell’Arcobaleno (Finian’s Rainbow), diretto da Francis Ford Coppola. I due diventano amici e fondano nel 1969 lo studio American Zoetrope, il quale si pone l’ambizioso obiettivo di creare un ambiente in cui i giovani cineasti possano esprimersi in piena libertà, lontani dai dettami delle major cinematografiche. Lucas può così dunque partire con le riprese del suo primo film L’Uomo Che Fuggì Dal Futuro, incentrato su una distopia dove ogni emozione viene proibita e cancellata tramite apposite droghe. Uscito l’undici marzo del 1971, non ottiene un grande riscontro sia in termini di critica che di pubblico, ma Lucas non si perde d’animo e concepisce due nuovi progetti.

A tale scopo, sempre nel 1971, Lucas decide di portare avanti da solo gli scopi della American Zoetrope e fonda la propria casa di produzione, la LucasFilm Ltd., la quale si pone anche l’obiettivo di capitalizzare sull’industria degli effetti speciali, in continua espansione sul mercato americano dopo il successo di 2001: Odissea Nello Spazio (2001: A Space Odissey) di Stanley Kubrick. Il primo progetto di Lucas è un film dal sapore autobiografico intitolato American Graffiti, il secondo in un primo momento è l’idea di riprendere e adattare per un pubblico moderno e meno smaliziato i vecchi serial di Flash Gordon interpretati da Buster Crabbe. Nel mese di maggio, al festival di Cannes, Lucas riesce a trovare un accordo con la United Artists per la produzione di due pellicole. Si reca dunque a New York allo scopo di raccogliere fondi per la loro produzione, tentando di acquisire i diritti di sfruttamento di Flash Gordon dalla King Features Syndicate, ma le negoziazioni non vanno a buon fine. L’influenza dei serial di Flash Gordon rimarrà comunque presente nel prodotto finale.

Non potendo riprendere quanto ideato da altri, Lucas decide allora di creare la propria, personale space opera. Non è dunque un caso che, il primo agosto del 1971, Star Wars diventi un marchio registrato. Il progetto iniziale prevede un ciclo in più parti, incentrato in maniera alquanto generica sulla nascita, l’ascesa e la caduta di un Impero Galattico. In origine Lucas intitola il tutto The Star Wars. Dopo aver completato la sceneggiatura di American Graffiti, la sottopone alla United Artists, che però la rifiuta: essa cattura tuttavia l’interesse da parte della Universal Pictures e il film viene infine messo in produzione. Lucas presenta alla United Artists anche il concept di The Star Wars, ma questo viene ugualmente rifiutato. Dovendo concentrarsi sulla regia e la produzione di American Graffiti, Lucas decide di mettere per il momento da parte questo ambizioso progetto.

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Uscito nell’agosto 1973, American Graffiti si rivela un insperato successo e, oltre a vincere il Golden Globe, riceve cinque candidature all’Oscar, tra cui miglior film, miglior sceneggiatura e miglior regia. Questo permette a Lucas di iniziare a costruirsi una reputazione nell’ambiente cinematografico dopo il flop della sua prima pellicola. Sul set inoltre ha la possibilità di incontrare due persone che si riveleranno fondamentali nell’imminente futuro: il produttore Gary Kurtz e un giovane attore alle prime armi che aveva interpretato il ruolo secondario di Bob Falfa, Harrison Ford. Forte di questa nuova popolarità, il regista ritorna al progetto The Star Wars, sul quale in realtà ha concentrato i suoi sforzi creativi sin dal termine delle riprese di American Graffiti.

Lucas inizia infatti a scrivere il soggetto per il primo trattamento di sceneggiatura nel gennaio del 1973, lavorandovi praticamente senza sosta, giorno e notte. In una prima sinossi di due pagine butta giù alcuni nomi, alcuni dei quali non lo soddisfano, mentre altri decide di tenerli per il momento da parte: uno di questi è Mace Windu. Una prima sinossi di due pagine intitolata Journal Of The Whills è incentrata infatti sull’addestramento come “Jedi-Bendu” da parte di Mace Windu di un certo CJ Thorpe, ma Lucas lo trova insoddisfacente e ricomincia tutto da capo.

Tre mesi dopo, Lucas completa una prima bozza di 14 pagine, che presenta insieme al produttore Gary Kurtz prima alla United Artists, che non ne vuole sapere, poi alla Universal Pictures, la quale aveva approvato American Graffiti. Stavolta vi è una decisione diversa: i gran capi dello studio cinematografico vorrebbero infatti che Lucas facesse altri film simili a quella pellicola. Inoltre l’idea di una space opera in più parti non li convince: è troppo rischiosa in termini di budget e la fantascienza in quegli anni non è proprio un genere che va per la maggiore. Dopo aver ottenuto un altro diniego dalla Walt Disney Productions (pensate un po’!), Lucas ha alcuni incontri con Alan Ladd Jr., figlio del celebre attore Alan Ladd e gran capo della 20th Century Fox, il quale nel giugno 1973 gli affida l’incarico di scrivere e dirigere il film.

Una prima bozza di sceneggiatura completa, di 132 pagine, viene ultimata nel maggio 1974: in essa sono già presenti alcuni elementi come i Sith e la Morte Nera. Il protagonista di questa prima bozza è un anziano generale di nome Annakin Starkiller, mentre Han Solo è una creatura dalla pelle verde con le branchie. Nella revisione completata a luglio, di 146 pagine, Annikin diviene prima una ragazza, poi un adolescente che vive in una fattoria. Il secondo trattamento di sceneggiatura, di 115 pagine, ultimato nel gennaio 1975, viene intitolato Adventures of the Starkiller. Annikin viene ribattezzato Luke, ma il primo nome concepito viene associato a suo padre, un cavaliere Jedi (ma ripensate un po’). Viene introdotto anche il concetto di Forza, descritto come un campo energetico di natura mistica. Il terzo trattamento, di 110 pagine, completato nell’agosto 1975 e intitolato The Star Wars: From the Adventures of Luke Starkiller, inizia ad avvicinarsi alla trama che conosciamo, con Luke ora orfano che trova un nuovo mentore in un uomo di nome Ben Kenobi.

Sempre nel 1975, nel mese di maggio, George Lucas consegue un’altra tappa della sua luminosa carriera professionale: dopo aver appreso che il dipartimento della 20th Century Fox dedicato agli effetti visivi e speciali ha chiuso i battenti, fonda la Industrial Light & Magic (ILM) che, in un capannone di Van Nuys in California, inizia le sue attività per coprire questo vuoto che si è venuto a creare, il tutto grazie a uno staff di giovani artisti e ingegneri capitanati da John Dykstra. Star Wars avrebbe rappresentato il loro banco di prova.

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Il terzo trattamento viene ripreso e revisionato, andando a formare il quarto trattamento, completato nel gennaio 1976, intitolato Star Wars, Episode IV: A New Hope, from the Journal of the Whills. Con l’apporto degli amici Gloria Katz e Willard Huyck, infine, vengono apportate alcune modifiche ai dialoghi che vanno a formare lo script della pre-produzione di 156 pagine concluso nel mese di marzo, a riprese sostanzialmente già iniziate. Lucas però continua ad apportare cambiamenti anche successivamente: a parte togliere il “The”, lasciando solo Star Wars, la modifica più significativa è il cambio del cognome di Luke, che diviene Skywalker (e meno male che in nessuna delle scene girate fino a quel momento il suo nome è stato pronunciato per intero!).

Lucas torna a stringere un accordo con Alan Ladd e la 20th Century Fox: viene garantito un budget di poco più di 8 milioni di dollari. Il regista chiede e ottiene inoltre una cosa insolita per l’epoca: una parte dei profitti derivanti dal merchandising sul film. A quell’epoca nel mondo del cinema parole come action figures, T-shirt e giocattoli dedicati sono qualcosa di alieno. Lucas incontra poi lo scrittore di fantascienza Alan Dean Foster e gli chiede di scrivere sia la novelization del film (che verrà però attribuita a Lucas stesso) che un romanzo che possa fungere da base per un possibile sequel.

Un suo collaboratore, Charles Lippincott, ha invece un meeting con Stan Lee della Marvel Comics, al quale viene proposto di pubblicare un fumetto inerente il film che esca in contemporanea con la sua uscita nelle sale. Lee non appare molto sicuro e viene convinto solo in un secondo momento da Roy Thomas, il quale crede molto in questo progetto e si offre di sceneggiare i primi numeri. L’accordo viene sancito, ma c’è una clausola capestro all’apparenza: verranno concesse royalties alla LucasFilm solo nel caso il numero di copie vendute superi quota 100.000.

Nei primi mesi del 1976 avviene il casting, il quale si svolge in contemporanea, e a poca distanza, sia con quello di Carrie di Brian De Palma che con quello di Apocalypse Now di Francis Ford Coppola. A quest’ultimo vi partecipa Robert Englund (il futuro Freddy Krueger della saga horror Nightmare ideata da Wes Craven). Englund si convince che un suo amico, un attore alle prime armi di nome Mark Hamill, sia perfetto per il ruolo dell’eroe principale, Luke “Starkiller”, e lo esorta a sostenere un provino. Hamill segue il consiglio e la sua spontaneità nel leggere i dialoghi di Luke conquista Lucas, il quale gli affida la parte al posto di William Katt, che aveva rappresentato la prima scelta del regista.

Per il ruolo della protagonista femminile, la principessa Leia, viene scelta Carrie Fisher, figlia dell’attrice Debbie Reynolds, la quale vince la concorrenza di molte altre sue colleghe tra cui Jodie Foster. Le viene chiesto però di perdere un po’ di peso, circa quattro chili e mezzo.

Per il ruolo di Han Solo, che Lucas decide di modellare ispirandosi al suo amico Francis Ford Coppola, all’inizio il regista decide di non affidarlo a Harrison Ford, poiché così come nel caso di Luke vuole attori con poca esperienza alle spalle e Ford ha già interpretato un ruolo non indifferente in American Graffiti. Lucas gli chiede però di assistere gli altri attori leggendo per loro alcuni passi della sceneggiatura e spiegando loro il background della storia. Ford è così convincente in questo ruolo che alla fine ottiene la parte, a scapito di molti altri suoi colleghi tra cui Al Pacino, Kurt Russell, Sylvester Stallone e Bill Murray.

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Per il ruolo di Obi-Wan Kenobi, invece, si decide, dietro consiglio di Francis Ford Coppola, di mettere sotto contratto un attore noto al pubblico. Dopo aver pensato a Toshiro Mifune, Lucas opta per Alec Guinness, il quale è così convinto che il film avrà successo che chiede e ottiene una parte delle royalties concesse a Lucas, decisione di cui non avrà modo di pentirsi. Un’altra scelta di Lucas per questo ruolo, Peter Cushing, viene poi riconsiderata per il ruolo di Grand Moff Tarkin.

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Per il ruolo del cattivo per eccellenza, Darth Vader, viene selezionato il bodybuilder David Prowse. Tuttavia il suo forte accento inglese e la sua voce squillante fanno subito prendere a Lucas la decisione di far doppiare i suoi dialoghi: dopo aver pensato a Orson Welles, scartato perché troppo riconoscibile, viene scelto l’allora sconosciuto James Earl Jones. Prowse all’inizio viene anche considerato, grazie alla sua altezza (quasi 2 metri), per il ruolo di Chewbacca, ma quando Lucas si ritrova di fronte ai 2 metri e 20 centimetri dell’attore angloamericano Peter Mayhew gli affida all’istante questa parte.

Le ultime scelte di casting, avvenute a Londra, riguardano i due droidi: per C-3PO viene assunto l’attore inglese Anthony Daniels, all’inizio recalcitrante, ma infine convinto per sua fortuna dal suo agente a incontrare Lucas. Per R2-D2 viene selezionato un altro attore inglese, Kenny Baker. Mentre sta interpretando un musical, un suo collega di nome Jack Purvis sente parlare del casting e del fatto che si stia cercando una persona minuta che possa manovrare la tuta del droide. Baker è alto un metro e dodici centimetri e viene subito scelto da Lucas, nonostante alcuni iniziali dubbi dell’attore.

Le riprese cominciano nel mese di marzo del 1976, nel deserto tunisino, dove viene “creato” il pianeta Tatooine. I primi problemi non tardano ad arrivare: oltre ad alcune interruzioni della rete elettrica, una tempesta di sabbia colpisce il set, impedendo le riprese per alcuni giorni e distruggendo parte delle attrezzature. Questo senza contare le notevoli difficoltà che hanno Anthony Daniels (che rimane ferito a un piede) e Kenny Baker a manovrare i costumi dei due droidi.

Dopo circa tre settimane, la troupe si trasferisce negli Elstree Studios vicino Londra, ma le difficoltà non accennano a diminuire a causa delle strette tempistiche imposte dai dirigenti degli studios, che impediscono per motivazioni sindacali di lavorare fino a pomeriggio inoltrato, e di alcuni problemi di illuminazione. A ciò si aggiunge l’iniziale scarso entusiasmo nella pellicola da parte degli attori, convinti che sia nulla più che una commedia dai toni fantascientifici: Alec Guinness tuttavia interviene e riesce dove Lucas ha fallito, convincendo i suoi colleghi a dare il meglio di loro stessi.

Dopo oltre tre mesi e mezzo, la troupe si trasferisce a Tikal, in Guatemala, per le scene finali ambientate su Yavin, girate presso un tempio Maya. Al contempo diviene subito chiaro che il budget non è sufficiente e rischia di sforare i 10 milioni di dollari: i capi della Fox dopo qualche titubanza vengono convinti da Gary Kurtz a investire la somma aggiuntiva, ma chiedono che il film sia completato in una settimana, quando invece ne servirebbero almeno due se non di più. Lavorando a tempo di record, l’obiettivo viene raggiunto. Questo, unito ai tanti problemi che hanno costellato la realizzazione del film, porta George Lucas a uno stato di ipertensione e gli viene consigliato con forza dai medici di ridurre i suoi impegni.

L’uscita iniziale del film è prevista per il Natale del 1976, nello stesso periodo in cui esce la novelization del film, ma i continui ritardi portano a una riprogrammazione per l’estate del 1977. Anche la post-produzione si rivela un’odissea per George Lucas. Oltre all’immenso carico di lavoro che investe la Industrial Light & Magic, la quale deve condensare in sei mesi un lavoro che richiederebbe un anno, il primo montaggio si rivela un disastro costringendo il regista a licenziare in tronco il primo montatore e affidando il tutto a Paul Hirsch e Richard Chew – che per velocizzare il tutto si dividono il lavoro – i quali ricevono un prezioso aiuto dalla moglie di Lucas, Marcia Griffin.

Un collega e amico di Lucas visiona l’opening crawl iniziale, che in origine prevede sei paragrafi ognuno dei quali contenente quattro frasi, giudicandolo troppo lungo e noioso e affermando che esso deve essere più immediato, altrimenti si rischia di annoiare il pubblico fin dal principio. Costui riscrive dunque del tutto l’opening crawl, che viene modellato nella forma che tutti noi oggi conosciamo. Il nome di quel collega e amico è Brian De Palma.

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Completate le riprese iniziali, vengono programmate delle riprese aggiuntive per l’inizio del 1977, ma un altro imprevisto ha luogo: l’undici gennaio, infatti, Mark Hamill è vittima di un incidente stradale che gli procura la frattura di naso e zigomo sinistro e lo porta a subire un delicato intervento chirurgico. Le sue scene vengono dunque girate da una controfigura.

Nel febbraio del 1977, Lucas visiona un montaggio preliminare del film (privo di molti effetti speciali e che quindi non corrisponderà al montaggio finale) insieme ai dirigenti della Fox e ad alcuni suoi colleghi registi. Se i primi appaiono entusiasti o comunque soddisfatti, i secondi (tra cui sono presenti anche Brian De Palma e John Milius) manifestano un certo disappunto. Solo una voce si pone fuori dal coro, quella di Steven Spielberg: costui sta per fare uscire nelle sale Incontri Ravvicinati Del Terzo Tipo (Close Encounters of the Third Kind) e Lucas è sicuro che sarà il miglior film dell’anno. Spielberg, dopo aver visionato Star Wars, non ne è più così sicuro. I due stringono un patto che prevede di condividere il 2,5% dei profitti derivanti dai rispettivi film. Indovinate chi dei due ha portato a casa l’accordo migliore.

Nuovi problemi tuttavia sono all’orizzonte: le riprese aggiuntive portano a un ulteriore aumento del budget che arriva a sfiorare gli undici milioni di dollari. La Fox stavolta punta i piedi e ne finanzia solo una parte, costringendo Lucas a trovare la somma rimanente chiedendo alcuni prestiti bancari e mettendo addirittura una ipoteca sulla propria casa. Il tutto lo porta però anche alla decisione di dover tagliare alcune scene, tranne una: un confronto tra Han Solo e Jabba The Hutt, che vede anche la prima apparizione di Boba Fett. La scena infatti è già stata girata e vanno aggiunti gli effetti speciali. Lucas la tiene da parte, convinto che un giorno riuscirà a inserirla.

Rimane da sciogliere il capitolo della colonna sonora: dietro suggerimento di Spielberg, Lucas entra in contatto col compositore John Williams (il quale aveva collaborato col regista di Cincinnati per Lo Squalo e Incontri Ravvicinati Del Terzo Tipo) perché si occupi di questo aspetto. Williams lo convince a non utilizzare musiche già note e compone uno score originale, che incide in soli 12 giorni nel marzo del 1977 coadiuvato dalla London Symphony Orchestra.

La Fox decide che la premiere del film avvenga il 25 maggio 1977, preoccupata da altri possibili blockbuster in uscita per l’estate di quello stesso anno. Decide anche di cambiare il titolo: via quell’Episodio IV – anche dall’opening crawl – che rischia solo di confondere il pubblico, via il sottotitolo A New Hope, rimane solo Star Wars. Il riscontro da parte dei proprietari di cinema è scarso: poco meno di 40 sale accettano di proiettare il film nella settimana d’uscita.

Con queste premesse, George Lucas è sicuro che il film non si rivelerà un successo e decide di passare quel fine settimana alle Hawaii in compagnia di sua moglie Marcia. E in quel momento il fenomeno Star Wars esplode in tutta la sua potenza, con file di spettatori lunghe chilometri fuori dai cinema e gente che lo rivede anche decine di volte (sì, non è uno scherzo, e ricordate che all’epoca pagando il biglietto si poteva stare tutto il tempo che si voleva nella sala). Lucas viene inondato di decine di telefonate e telegrammi di congratulazioni (Coppola, ironicamente, gli chiede dei soldi che gli consentano di portare a termine Apocalypse Now) e capisce che la sua vita professionale è giunta a una svolta. Anche gli attori e i componenti della troupe coinvolti nella pellicola divengono da un giorno all’altro idoli della folla, con tutte le gioie e i dolori che ne conseguono.

Superfluo dire che il budget stanziato viene raggiunto e ampiamente superato in men che non si dica: il film continua a essere proiettato nelle sale americane anche svariati anni dopo la sua uscita e arriva a guadagnare nel 1982 una cifra che si aggira sui 530 milioni di dollari. Il motivo alla base di questo successo planetario? Di certo c’è n’è più di uno e sarebbe compito arduo andare alla ricerca delle varie ragioni. Consideriamo comunque il periodo storico in cui il film è uscito: la società americana è appena uscita sia dallo Scandalo Watergate (che aveva portato alle dimissioni del Presidente Richard Nixon) che da una tremenda debacle nel conflitto in Vietnam, ferite ancora fresche per il popolo americano. Un popolo che ha dunque bisogno più che mai in quel periodo sia di eroi positivi come Luke Skywalker che di gente dai metodi più spicci e diretti come Han Solo.

Non è tuttavia da sottovalutare anche il fascino esercitato dall’Impero Galattico e dal suo più leale rappresentante, Darth Vader, che con la voce profonda e drammatica di James Earl Jones conquista milioni di spettatori, i quali si convertono al Lato Oscuro. Anche il lavoro della ILM rappresenta una vera e propria svolta per l’industria degli effetti speciali e si configura come un punto di partenza di cui tutti dovranno tenere conto negli anni successivi.

George Lucas posing with cast member of Star Wars in Los Angeles

Fabio Volino

PROSSIMAMENTE: L’IMPERO COLPISCE ANCORA

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