Sembra strano oggi affermare una cosa simile, eppure c’è stato un tempo in cui Star Wars non era sulla bocca di tutti. George Lucas, nella seconda metà degli anni ’80, non sembra avere alcun interesse a continuare la saga e si concentra più che altro sull’attività di produttore esecutivo, la quale gli porta sia gioie che dolori (è coinvolto persino in uno dei primi Marvel Movies, Howard The Duck, un disastro sotto ogni punto di vista). Anche l’altra sua celebre saga cinematografica, quella incentrata su Indiana Jones, giunge a un primo stop col film Indiana Jones e l’Ultima Crociata (Indiana Jones And The Last Crusade).
A completare il tutto, Lucas divorzia da sua moglie, Marcia, nel 1983, con strascichi legali e finanziari che andranno avanti per alcuni anni. I fan della saga, sia della prima che della seconda ora, oramai conoscono a menadito i primi tre film e sia i prodotti animati che quelli televisivi non si rivelano essere quello che davvero vogliono, ovvero un seguito de Il Ritorno Dello Jedi.
Sono anche anni in cui alcuni dei protagonisti della prima trilogia sono costretti ad affrontare alcuni problemi personali. Mark Hamill, dopo l’Episodio VI, fatica a trovare nuove pellicole che riescano a rilanciare la sua carriera di attore, essendo rimasto troppo ingabbiato nel personaggio di Luke Skywalker – a parte Star Wars, l’unico altro ruolo di rilievo in quegli anni arriva dal film Il Grande Uno Rosso. Trova infine nuovi sbocchi professionali e nuova linfa vitale come doppiatore di serie animate e il pubblico degli anni ’90, un pubblico diverso da quello di Star Wars, inizia ad apprezzarlo come la voce del Joker, il nemico folle di Batman.
David Prowse entra in forte contrasto con George Lucas, per presunti mancati introiti e poiché a suo dire il ruolo da lui avuto per portare alla ribalta il personaggio di Darth Vader non ha ottenuto il giusto riconoscimento, essendo stato offuscato dalle interpretazioni di James Earl Jones e Sebastian Shaw. Dopo anni di contese, oggi Prowse è persona non gradita alla LucasFilm e gli è impedito l’accesso a eventi ufficiali collegati alla saga cinematografica.
Ancora peggio va a Carrie Fisher: non riuscendo a gestire il successo nato da Una Nuova Speranza e lo stress conseguente, già a partire dalle riprese del primo sequel diventa dipendente dalla cocaina, cosa che le causa gravi problemi lavorativi (arriva a un passo dall’essere allontanata dal set di The Blues Brothers). Le viene anche diagnosticato un disturbo bipolare, ma rifiuta di crederci. Un anno dopo il termine delle riprese dell’Episodio VI, l’attrice va in overdose e capisce infine di avere un problema, cominciando il suo processo di recupero, fisico ed emotivo. Carrie esterna parte di quanto accadutole nel romanzo semi-biografico del 1987 Cartoline Dall’Inferno (Postcards From The Edge), che diviene nel 1990 un film diretto da Mike Nichols: è solo il primo libro di una carriera parallela come scrittrice che porta avanti negli anni successivi. Carrie Fisher ottiene anche altri ruoli significativi in film importanti, come ad esempio in Harry Ti Presento Sally, sebbene nessuno sia al livello di quello della principessa Leia.
Nel 1991 avvengono due importanti eventi: nel mese di maggio esce il romanzo L’Erede dell’Impero (Heir To The Empire) di Timothy Zahn, primo atto di una trilogia (la cosiddetta Thrawn Trilogy) che proseguirà nei due anni successivi con Sfida alla Nuova Repubblica (Dark Force Rising) e L’Ultima Missione (The Last Command). Il successo va oltre ogni previsione e i tre libri vengono pubblicizzati come la saga cinematografica mai realizzata (cosa non vera, ma molti ci credono).
Sempre nel 1991, la casa editrice Dark Horse acquisisce la licenza volta a produrre nuovi fumetti ambientati nell’universo di Star Wars, cominciando dalla miniserie Dark Empire. Seppur rivolti a un tipo di pubblico diverso, non ampio come quello cinematografico, questi due prodotti cominciano a rinnovare l’interesse nella saga, poiché offrono proprio ciò che i fan desiderano: storie che proseguono gli eventi descritti nell’Episodio VI e introducono nuovi elementi. Negli anni successivi, Zahn pubblicherà altri romanzi, ma va dato atto alla Dark Horse di aver creduto fino in fondo nel progetto Star Wars, grazie a decine di titoli che usciranno fino al 2014, anno in cui la licenza le viene revocata.
Venuto a sapere di questi riscontri favorevoli, Lucas intuisce che possa esserci spazio per portare avanti il discorso. E ci sono argomenti ancora inesplorati, poiché lui ha impedito che se ne parlasse fino a quel momento: la nascita dell’Impero Galattico e le guerre dei cloni, accennate nel primo film e mai più citate. Lucas ha in mente un background abbastanza preciso di questi eventi, e del rapporto conflittuale tra Anakin Skywalker e Obi-Wan Kenobi, sin dai tempi della stesura della sceneggiatura de L’Impero Colpisce Ancora. Inoltre la tecnologia degli effetti speciali è molto progredita e già si parla di “computer-generated imagery” (CGI), tecnica che mostra tutte le sue potenzialità col film Jurassic Park. Quindi è il momento migliore per ampliare la visione di quell’universo narrativo.
Nel 1993 si diffonde la notizia che Lucas sia al lavoro su una nuova trilogia. L’ideatore della saga riprende quei primi appunti stesi nel 1973 e decide di incentrare la storia su Anakin e il suo tragico destino piuttosto che su Obi-Wan, partendo dalla sua infanzia e arrivando all’incidente che ne sfigurerà il volto segnando il suo destino.
Nell’aprile 1994 comincia la fase di pre-produzione, supervisionata da Rick McCallum, che sarà cruciale per lo sviluppo della nuova trilogia come lo fu Gary Kurtz negli anni settanta, mentre Lucas inizia a stendere la sceneggiatura nel mese di novembre, assegnando al progetto il titolo provvisorio di The Beginning. Stavolta, come per il primo film, decide di assumersi in toto l’onore e l’onere della sceneggiatura, rinunciando al forse prezioso aiuto di Lawrence Kasdan. Così come decide di essere il regista di tutti e tre i sequel. In una prima bozza, Anakin ha dodici anni, che vengono poi ridotti a nove per aumentare l’impatto emotivo che provoca il distacco dalla madre. In corso d’opera il titolo cambia in La Minaccia Fantasma (The Phantom Menace) e tale rimane sino alla fine.
Il casting vede numerose aggiunte, ma anche qualche conferma. Per il ruolo del giovane Obi-Wan Kenobi si deve scegliere un attore i cui tratti fisici ricordino il più possibile quelli di Alec Guinness: viene dunque compilata una lista di circa 50 attori, dalla quale emerge infine vincitore Ewan McGregor, l’interprete di Trainspotting. Per prepararsi a questa parte, McGregor studia le precedenti interpretazioni di Guinness, non solo quelle dei film di Star Wars, e si fa aiutare da un vocal coach di modo tale che la sua voce sia la più simile possibile a quella dell’attore inglese. Curiosità: uno zio di McGregor, Denis Lawson, ha interpretato il personaggio di Wedge Antilles nella prima trilogia.
Per il ruolo del piccolo Anakin vengono provinati più di un centinaio di giovani attori, ma la scelta finale ricade su Jake Lloyd, che dimostra una capacità di divertirsi e far divertire che deve caratterizzare un Anakin ancora non toccato dal Lato Oscuro.
Per il ruolo del mentore di Obi-Wan, Qui-Gon Jinn, Lucas all’inizio pensa di scritturare un attore americano, ma quando visiona il provino dell’irlandese Liam Neeson ne rimane così favorevolmente impressionato da affidargli la parte.
Per il ruolo della giovane regina Padmé Amidala vi è un’altra affollata procedura di casting che coinvolge oltre 200 attrici, fino a che viene scelta Natalie Portman, la cui interpretazione nel film Leon aveva colpito in maniera positiva Lucas, avendo visto nel personaggio di Mathilda quella stessa forza interiore che deve possedere Padmé.
Per il ruolo del Cavaliere Jedi Mace Windu, che compare infine sullo schermo più di venti anni dopo essere stato ideato, si fa avanti un grande fan della saga, Samuel L. Jackson, che convince Lucas ad affidargli la parte (e ad ottenere anche una spada laser personalizzata).
Per il ruolo del cattivo principale, Darth Maul, viene selezionato lo stuntman Ray Park dopo che costui ha dimostrato le sue capacità atletiche e di duello con le spade, anche se, viste le sue scarse esperienze recitative, si decide di far doppiare le sue battute da Peter Serafinowicz.
L’ultima scelta di cast riguarda un personaggio che causerà del malcontento tra i fan: Jar Jar Binks. Anche se è generato del tutto in CGI, occorre un attore su cui effettuare il processo di motion capture. Dopo aver visionato un’interpretazione teatrale a San Francisco, viene selezionato Ahmed Best, che convince Lucas anche a prestare la sua voce al personaggio.
Del cast della prima trilogia, ritornano Anthony Daniels, Kenny Baker, Frank Oz e Ian McDiarmid, quest’ultimo abbastanza sorpreso di essere richiamato più di quindici anni dopo per interpretare una versione più giovane di Palpatine.
Nel 1997 ricorre un importante anniversario, il ventennale dall’uscita del primo film della saga e, visto il grande balzo che ha compiuto la tecnologia degli effetti speciali, Lucas ne approfitta per distribuire nelle sale cinematografiche versioni migliorate e ampliate dei primi tre film tramite l’operazione Star Wars Trilogy: Special Edition.
Tutte e tre le pellicole sono sottoposte a un processo di digitalizzazione e rimasterizzazione, sia audio che video. Per Una Nuova Speranza vengono aggiunte due scene inedite: il dialogo tra Han Solo e Jabba The Hutt su Tatooine, girato vent’anni prima e non inserito a causa dei tagli al budget, più un breve scambio di battute tra Luke Skywalker e Biggs Darklighter prima dell’assalto alla Morte Nera. Viene modificata inoltre una scena ambientata alla Mos Eisley Cantina, il confronto tra Han Solo e Greedo, per rendere chiaro che è quest’ultimo a sparare per primo e Han agisce per autodifesa. Questo delude alcuni fan, poiché a loro dire toglie al personaggio di Solo parte del suo fascino, che consiste anche nell’essere disposto a uccidere un avversario a sangue freddo. Questo cambiamento porta alla creazione della famosa T-Shirt “Han Shot First”.
Per L’Impero Colpisce Ancora c’è una breve sequenza inedita che vede Darth Vader tornare alla sua astronave dopo il duello con Luke, in più ci sono alcuni cambiamenti e aggiunte fatte al Wampa e alla città di Cloud City.
Per Il Ritorno Dello Jedi, vengono apportati alcuni cambiamenti alla sala del trono di Jabba The Hutt e aggiunte alcune città che festeggiano la caduta dell’Impero Galattico. Viene inserita inoltre una breve scene inedita in cui Luke abbraccia Wedge Antilles durante le celebrazioni finali.
Le riprese de La Minaccia Fantasma hanno inizio nel giugno 1997: i Leavesden Film Studios di Londra si rivelano la location principale, ma scene aggiuntive vengono girate nell’Hertfordshire (dove vengono ricreate le foreste di Naboo) e in Tunisia (dove torna a rivivere il pianeta Tatooine): qui, per rispettare la tradizione, una tempesta di sabbia colpisce le attrezzature nei primi giorni di riprese, distruggendole in parte. Scene aggiuntive sono girate persino in Italia, presso la reggia di Caserta – evento che nel nostro paese ebbe una notevole rilevanza mediatica all’epoca – location ideale per alcuni interni del palazzo reale di Naboo.
Le riprese terminano a fine settembre, dando poi vita a un lungo processo di post-produzione causato da un grande impiego di effetti speciali. John Williams viene chiamato a comporre la colonna sonora anche per questa nuova trilogia e ne effettua lo score originale tra l’ottobre del 1998 e il febbraio del 1999 con l’aiuto della London Symphony Orchestra. Memorabile il nuovo score Duel of the Fates, che caratterizza i Sith.
Vengono distribuiti nei cinema due trailer, il primo nel novembre del 1998, il secondo nel marzo del 1999: alcuni fan pagano il prezzo del biglietto solo per ammirare questi trailer, andandosene via senza vedere poi il film in programmazione. La premiere de La Minaccia Fantasma avviene il 19 maggio 1999, monopolizzando praticamente in quella settimana l’attenzione di tutti i cinema americani (ne è passata di acqua sotto i ponti dal 1977), ma causando anche insoliti problemi di “bagarinaggio”, visto che una quantità limitata di biglietti viene messa in vendita in anticipo.
Stavolta però accade qualcosa di mai avvenuto prima, stavolta non vi è un consenso unanime. La prima trilogia rimane di certo un modello inarrivabile, ma sembra quasi che i sedici anni dall’ultima pellicola e le brutte esperienze personali vissute abbiano influito in qualche modo su George Lucas, che come sceneggiatore pare aver perso un po’ di smalto. A parte alcune scelte di trama, il personaggio che attira su di sé più critiche è quello di Jar Jar Binks: oltre ad apparire fin troppo giocoso e goffo agli occhi di molti, rovinando il pathos della saga, esso viene visto dai più solo come un oggetto di marketing per il pubblico più giovane, che dunque nulla di rilevante può apportare alla saga in termini di profondità narrativa. Questo senza contare alcune accuse, le quali affermano che il film, nella descrizione sia di Jar Jar Binks che di altri personaggi, fa leva su alcuni stereotipi razzisti.
Nonostante queste critiche, tuttavia, il film si rivela un grande successo arrivando a guadagnare più di 490 milioni di dollari sul territorio statunitense e quasi un miliardo di dollari a livello mondiale. Esse però sembrano aver colpito Lucas, che si prende qualche mese di pausa prima di mettersi al lavoro sul seguito.
Quando torna ad occuparsi dell’epopea da lui ideata, George Lucas passa a descrivere l’altro grande tema in sospeso della saga di Star Wars: le guerre dei cloni. Luke e Obi-Wan vi accennano nel primo film e il Cavaliere Jedi dichiara di avervi partecipato, ma poi questo fatto nei successivi episodi non viene più menzionato.
Lucas inizia a stendere la sceneggiatura nel marzo del 2000, a pochi mesi dall’inizio delle riprese, e vi attribuisce l’ironico titolo provvisorio di Jar Jar’s Big Adventure: pur lavorando a livello febbrile, Lucas rischia di non rispettare i tempi previsti e quindi, dopo aver completato due bozze, chiama in suo soccorso Jonathan Hales, il quale ha collaborato con lui durante la produzione del telefilm incentrato sulle avventure del giovane Indiana Jones. Grazie a questo prezioso aiuto, Lucas completa la terza bozza nonché lo script per la pre-produzione a meno di una settimana dall’inizio delle riprese.
Per il casting, bisogna compiere una scelta importante: L’Attacco Dei Cloni (Attack Of The Clones) si svolge infatti dieci anni dopo gli eventi de La Minaccia Fantasma e occorre dunque trovare un attore che interpreti la versione adolescente di Anakin. Come successo a suo tempo col personaggio di Luke Skywalker, Lucas decide che a interpretarlo debba essere qualcuno con poca esperienza alle spalle perché i riflettori siano tutti concentrati sul personaggio e non sull’attore che ne recita la parte.
Ha inizio così una affollata procedura di casting, che coinvolge circa 1.500 possibili candidati al ruolo: Leonardo Di Caprio è subito scartato per i motivi succitati e altri partecipanti (come il futuro interprete della saga di Fast & Furious, Paul Walker) non convincono a pieno. La scelta ricade infine sull’attore di origini canadesi Hayden Christensen, il quale, oltre a convincere i produttori durante il suo provino, ha secondo Lucas quella faccia da bravo ragazzo pronta però a cedere al Lato Oscuro, come accadrà a Darth Vader.
Le riprese iniziano nel giugno 2000 e si svolgono sia in location consolidate come la reggia di Caserta o il deserto tunisino, sia in nuovi set come Siviglia o il Lago di Como. La tecnologia digitale ha ormai compiuto balzi da gigante, tanto che questo è il primo film in cui il personaggio di Yoda è interamente rappresentato con questa tecnologia, col beneplacito di Frank Oz. La prima fase delle riprese si conclude nel mese di settembre, mentre alcune scene aggiuntive vengono filmate nel marzo 2001.
L’Attacco Dei Cloni esce in contemporanea mondiale, dopo un’anteprima speciale per motivi di beneficenza, il 16 maggio 2002, anche se alcune copie pirata della pellicola circolano nei giorni precedenti. Il riscontro da parte del pubblico è migliore rispetto a La Minaccia Fantasma (Jar Jar Binks compare solo in un paio di scene e pronuncia poche battute, inoltre viene anche messo sotto una luce negativa: il messaggio è stato recepito), ma non si può fare a meno di notare una certa legnosità nella recitazione sia di Natalie Portman che di Hayden Christensen. Ciò causerà anche la delusione di un grande appassionato della saga, Kevin Smith, il quale vi ironizzerà qualche anno dopo in Clerks II. Nuovi fenomeni cinematografici stanno emergendo in quegli anni (Harry Potter, Il Signore Degli Anelli) e conquistare un nuovo, giovane pubblico dai gusti del tutto diversi rispetto a chi lo ha preceduto diventa sempre più difficile. Il film arriva a incassare a livello mondiale circa 650 milioni di dollari che, per quanto sia una somma di tutto rispetto, non è paragonabile all’incasso del primo prequel.
La pellicola si limita solo a introdurre le guerre dei cloni, concetto narrativo che viene poi esplorato in alcuni prodotti di animazione negli anni successivi. Il primo di essi, Star Wars: Clone Wars, esordisce nel 2003 sulla rete televisiva Cartoon Network: creato da Lucas e Genndy Tartakovsky, si compone di una serie di episodi di pochi minuti che esplorano questo conflitto. Le prime due stagioni, di 10 episodi l’una, vedono una durata del singolo episodio che varia dai tre ai cinque minuti; la terza e ultima, prodotta nel 2005 e composta da soli cinque episodi, estende tale durata a quindici minuti collegandosi a livello narrativo al successivo film della saga.
Nel 2004 la trilogia originale esce per la prima volta in DVD, occasione che permette a George Lucas di effettuare un nuovo processo di digitalizzazione e apportare alcuni cambiamenti, sia a livello visivo che sonoro. In Una Nuova Speranza, si interviene ancora sul confronto tra Han Solo e Greedo, facendo sì che i due sparino praticamente in contemporanea e lasciando così il dubbio nello spettatore su chi abbia sparato per primo (in realtà, Greedo spara una frazione di secondo prima di Solo).
In L’Impero Colpisce Ancora, il cambiamento più significativo avviene per il dialogo tra Darth Vader e Palpatine: a interpretare l’Imperatore non c’è più Elaine Baker, bensì Ian McDiarmid, e anche alcune frasi vengono leggermente modificate.
Il cambiamento più famoso e criticato però è quello che si vede in Il Ritorno Dello Jedi: durante la scena finale, quando Luke osserva i fantasmi della Forza di Yoda, Obi-Wan e Anakin, a interpretare il padre di Luke non c’è più Sebastian Shaw, bensì Hayden Christensen (il tutto fatto all’insaputa di quest’ultimo). Essendo Shaw uno degli interpreti più amati dai fan della prima saga, la cosa non va proprio giù. Inoltre viene aggiunta una scena di festeggiamenti per la caduta dell’Impero ambientata su Naboo.
Per l’episodio conclusivo della seconda trilogia, Lucas si mette al lavoro già durante la stesura della sceneggiatura de L’Attacco Dei Cloni, di modo tale che risulti un unicum narrativo. Dopo aver vagliato vari titoli (tra cui Birth of the Empire e Rise of the Empire) si opta infine per La Vendetta dei Sith (Revenge Of The Sith). Conclusa la produzione del precedente film, Lucas rimette mano al progetto e lo porta a compimento, apportando alcuni cambiamenti al progetto iniziale, eliminando alcuni collegamenti con la prima trilogia e soprattutto mettendo in secondo piano le guerre dei cloni di modo da potersi concentrare sull’aspetto più importante di questa seconda trilogia, la caduta di Anakin Skywalker nel Lato Oscuro. Varie sono le motivazioni che Lucas mette all’inizio su carta, alcune delle quali gettano anche un’ombra oscura sul personaggio, ma la scelta finale è quella per cui Anakin sobillato da Palpatine diviene preda del Lato Oscuro per tentare di impedire (invano) la morte di sua moglie.
Le riprese iniziano nel giugno 2003, per concludersi nel settembre di quello stesso anno. Riprese aggiuntive vengono poi effettuate nella seconda metà del 2004. Oltre agli interni registrati presso gli Shepperton e Elstree Studios di Londra, la troupe si sposta in Thailandia (dove viene ricreato il pianeta Kashyyyk) e sul Monte Etna per la scena del confronto finale – o quasi – tra Anakin e Obi-Wan. Per un fortuito caso del destino, nei giorni delle riprese il vulcano ha una breve attività eruttiva e le riprese di quell’evento vengono aggiunte.
Per la scena della “nascita” di Darth Vader, David Prowse si fa avanti per tornare a interpretare il personaggio che l’ha reso celebre, ma Hayden Christensen dopo molte insistenze riesce a convincere Lucas a fargli indossare il celebre costume nero, pur con dei rialzi alle suole in quanto l’attore è alto meno di due metri.
La Vendetta Dei Sith esce in contemporanea mondiale, dopo alcune anteprime speciali, il 19 maggio 2005, arrivando a un guadagno globale di circa 860 milioni di dollari e ricevendo tutto sommato critiche positive. C’è spazio dunque per una nuova trilogia? Sembra proprio di no!
Fabio Volino
PROSSIMAMENTE: IL RISVEGLIO DELLA FORZA