Addio al creatore di Zagor: lo sceneggiatore Gianfranco Manfredi ricorda il maestro Gallieno Ferri

Addio al creatore di Zagor: lo sceneggiatore Gianfranco Manfredi ricorda il maestro Gallieno Ferri

 

Ci ha lasciato nella giornata del 2 aprile 2016 Gallieno Ferri,  storico disegnatore e copertinista per la Sergio Bonelli Editore, che si è spento a Genova (dove era nato il 21 marzo 1929), all’età di 87 anni. Fu l’ideatore grafico di Zagor, uno dei personaggi a fumetti italiani più longevi della storia, al quale lavorò per 50 anni, fino all’ultimo periodo della sua vita.

Da sempre appassionato di fumetti, la sua carriera artistica inizia nel 1948 mentre lavorava ancora come geometra, partecipando a una selezione indetta dall’editore Giovanni De Leo per cercare nuovi talenti. Viene assunto e tra il 1949 e il 1952 disegna molti personaggi: Il Fantasma Verde, Piuma Rossa, Maskar (di cui è stato anche creatore grafico e copertinista), Tom Tom e Thunder Jack.

Dal ’52 in poi lavora per il mercato francese, con una lunga e proficua collaborazione con l’editore Pierre Mouchott per le serie Agent Secret, Kid Colorado e Jim Puma. Successivamente, Ferri inizia anche a collaborare con Il Vittorioso, disegnando Jolly e Capitan Walter. Il 1960 è l’anno della svolta per la sua carriera, portando a Milano alcuni lavori francesi presso la redazione delle Edizioni Araldo e conoscendo, in quell’occasione, Tea Bertasi e Sergio Bonelli. Realizza due albetti a striscia di Giubba Rossa, scritti da Gianluigi Bonelli e pubblicati nel 1961, lo stesso anno che rimarrà scolpito nella memoria degli appassionati di fumetti nostrani come quello della nascita di Zagor.

Creando lo Spirito con la Scure, Guido Nolitta (alias Sergio Bonelli) e Gallieno Ferri avevano intenzione di dare vita a un personaggio che incontrasse il favore dei più giovani, senza però scivolare nell’infantilismo che caratterizzava alcune pubblicazioni, pur di grande successo, dell’epoca. Un eroe forte, giusto e dal fisico prestante che potesse vivere da protagonista racconti che racchiudessero tutti gli elementi più tipici delle storie d’avventura, arricchendo la tematica con ingredienti presi da altri generi narrativi come l’horror, il fantasy e la fantascienza. Una mix di successo che prosegue in edicola ancora oggi, a distanza di oltre mezzo secolo.

Di Zagor, Ferri realizza innumerevoli episodi, nonché tutte le copertine (incluse quelle di ogni uscita, compresi Speciali, Almanacchi, Giganti, Maxi e Color), fino alla sua scomparsa. Da non dimenticare poi un altro importantissimo contributo all’universo bonelliano quello di Mister No, serie nata nel 1975 per la quale Ferri disegna il numero uno e le prime centoquindici copertine.

Alla Sergio Bonelli Editore lo ricordano così:

Un autore che non solo è stato un esempio straordinario di passione, dedizione e professionalità, ma che con il suo segno ha coinvolto e appassionato migliaia e migliaia di lettori. (…) Fino all’ultimo ha lavorato a Zagor. Con lui scompare un punto di riferimento per il fumetto avventuroso italiano. Non svaniscono, però, le emozioni che ci ha saputo regalare con il suo tratto.

Gianfranco Manfredi, sceneggiatore di tante serie della Bonelli (Magico Vento, Volto Nascosto, Shangai Devil e Adam Wild), nonché suo collega ed amico, ha scritto su FB due contributi personali sul maestro. Il primo riguarda la genesi di Zagor:

Gallieno spiegò che il suo modello, per l’ideazione del personaggio di Zagor, era stato questo: l’uomo vitruviano di Leonardo Da Vinci. Il trionfo dell’atletismo e la celebrazione del corpo, nelle sue proporzioni perfette e nudo. In un mondo di personaggi di fumetti spesso ipervestiti, gonfiati da sovrastrutture, armature, mantelli, cappelli, elmi, maschere, Ferri voleva che il costume aderisse al corpo, non lo dissimulasse, ma lo evidenziasse. Era chiaro e voluto il riferimento a Tarzan, ma in Ferri non era un richiamo esteriore, perché l’atletismo del corpo era cosa che lo affascinava ed era lui stesso un atleta e uno sportivo. Credo che nessun personaggio Bonelliano (per quanto anche Mr No abbia un costume aderente) sia stato così FISICO come Zagor, e fisicamente in movimento, non di una fisicità statica.

Il secondo, molto più personale, riguarda il ricordo di un’esperienza di alcuni giorni vissuta insieme a lui.

… ricordo così al volo di un viaggio comune a Istanbul per la Fiera del libro e del fumetto. Gallieno era stato intervistato dalla TV nazionale. Il giorno dopo siamo andati al mercato. Lo hanno riconosciuto. Tutti i negozianti hanno smesso di vendere, molti sono usciti dalle botteghe con indosso magliette di Zagor, lo hanno applaudito e festeggiato e lui.. sorridente e incredulo. Ricordo un concerto in suo onore in cima a un bar giovanile, in una soffitta di legno, asfittica, piena di cavi elettrici, in cui si esibivano per lui anche gruppi punk turchi… e lui seduto per terra, in prima fila ad ascoltare sorridente (e io fuori perché mi era venuto un attacco di claustrofobia) … ricordo l’atletismo (era un atleta) con cui ha retto tutti quei giorni estremamente impegnativi, vissuti anche per ore nel traffico congestionatissimo, senza mostrare mai stanchezza e senza mai perdere il sorriso… ricordo l’ultimo giorno, alla conferenza stampa di chiusura, un suo lieve mancamento che ci ha allarmato, tutti… ma da cui si è ripreso prontamente tornando al sorriso e tranquillizzandoci (lui che tranquillizzava noi!). Be’… l’artista lo abbiamo conosciuto tutti… l’uomo non tutti hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Ma Gallieno si è preso le sue soddisfazioni, perché si vive una volta sola e le esperienze o si fanno o non si fanno e le soddisfazioni bisogna cercarsele e meritarsele, ha dato tanto agli altri , a generazioni di lettori, con i suoi disegni e ha dato tanto nella vita con il suo esempio.

 

Paolo Pugliese

Gallieno Ferri-Zagor

Fonte: Sergio Bonelli Editore

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