Cosa distingue Sandman di Neil Gaiman da tutti gli altri fumetti?

Cosa distingue Sandman di Neil Gaiman da tutti gli altri fumetti?

Fin dal suo debutto, avvenuto il 29 novembre del 1988, e per tutta la durata dei suoi settantacinque numeri fino alla conclusione nel 1996, Sandman di Neil Gaiman ha attirato diverse frange di pubblico che di solito non leggono fumetti, ovvero accademici, bibliofili e la fascia più ostica ai comics: le donne. Che cosa rende Sandman un tale successo di pubblico crossover?

Innanzitutto, il termine graphic novel usato per indicare da sempre la serie di Gaiman è imperfetto. Anche se costituisce l’etichettatura generica più funzionale per i cosiddetti fumetti d’autore, essa viene applicata soprattutto per classificare qualsiasi fumetto con formato editoriale diverso da quello classico dei comicbooks, con copertina semirigida e un numero maggiore di pagine. Idealmente, se si ha l’intenzione di applicare questo termine per tutti i comics, probabilmente lo si dovrebbe fare per indicare non solo la densità del formato, ma anche oggetto, sostanza e tecnica inerente il lato narrativo e artistico di un fumetto.

Questi ultimi fattori delineano una precisa etichetta che non deve essere mai messa in discussione con Sandman. Non solo per il semplice fatto che è la serie graphic novel più venduta di tutti i tempi, ma anche perché è uno dei migliori esempi di ciò che il termine graphic novel dovrebbe in realtà implicare: un fumetto intricato e ben strutturato, dai toni adulti e sfumati, con un cast di decine di personaggi inseriti in una storia a lungo termine e di ampio respiro, che sperimenta diversi temi grafici ed esplora argomenti importantissimi per l’esperienza umana. Un risultato impressionante, soprattutto se si considera che il personaggio principale è la personificazione di un concetto astratto come il sogno e rappresenta, in generale, la realtà onirica che fa parte tanto della psiche quanto della cultura umana.

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Il protagonista Morfeo, oppure Sogno, è uno degli Eterni (The Endless in originale), ovvero una famiglia di forze/concetti antropomorfizzati che include Destino, Desiderio, Morte, Disperazione, Distruzione e Delirio; essi sono fratelli e sorelle che gestiscono gli aspetti principali della nostra realtà, i cui nomi sono accumunati dall’iniziare tutti con la lettera D (Dream, Destiny, Desire, Death, Despair, Destruction e Delirium). In aggiunta, nel corso della serie compaiono dei e dee, demoni e angeli, fate, personaggi estrapolati dalla storia e dalle favole, sogni ed incubi viventi, corvi e zucche parlanti, divinità egizie e persino un Lucifero umano e sardonico. Nonostante tutto ciò, quello di Gaiman non è catalogabile come un “semplice” fumetto fantasy,  ma la sua geniale e inarrivabile originalità consiste nel veicolare l’idea e l’essenza della fantasia umana come mezzo narrativo e oggetto principale della trama. Da questo punto di vista, Sandman è una storia composta da un tessuto di altre storie e questo concetto apparentemente semplice fornisce a Gaiman il pretesto per cimentarsi in qualsiasi tipo di racconto.

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Un altro elemento importante della serie quanto, anche, sottovalutato, è la mancanza di un artista fisso nel lungo periodo, a parte l’illustratore Dave McKeanuno degli artefici principali del fascino di Sandman, essendo l’autore di tutte le incredibili e surreali copertine; in realtà, l’alternanza di vari disegnatori costituisce uno dei suoi maggiori punti di forza perché non solo è un piacere per gli occhi leggere approcci grafici diversi sullo stesso personaggio durante i vari archi narrativi, ma anche perchè l’apporto di ogni artista ha contribuito alla scelta dell’oggetto, dei toni e del timbro di ogni singola storia. Lavorando con diversi disegnatori, Gaiman ha esplorato la forma narrativa in tutti i suoi aspetti, tracciando un viaggio attraverso concetti e archetipi a fondamento di un intreccio che confina con l’antropologia. Il suo lavoro fa escursioni in tantissimi generi letterari, come il Fantasy e la Fantascienza, l’Horror moderno e quello barocco, il Romanzo Vittoriano, le storie di strada e di vendetta, i miti e le favole di diverse culture, scrivendo con una cifra stilistica, una profondità di riferimento e citazioni culturali che non tutti i lettori sono in grado di cogliere o di decifrare, ma solo quelli in possesso di un determinato bagaglio culturale, a partire dal knowing di uno studente medio laureato.

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Questo non fa di Sandman un fumetto snob o per pochi eletti, ma è innegabile che rappresenti una lettura “alta” e impegnativa, un romanzo grafico legato indissolubilmente alla cultura del suo autore. Ciò che infatti rende questo approccio narrativo così brillante, oltre a fare appello ai lettori poco interessanti (o assolutamente impermeabili) a fumetti di supereroi, è che Gaiman conosce profondamente il senso di tutte le storie che sta narrando o rinarrando. Lui conosce quello che i miti e i sogni hanno da dirci su noi stessi; lui parla linguaggi simbolici tratti da Campbell e Jung. Tra i temi principali di  Sandman ci sono la necessità e i pericoli rappresentati da sogni e sognatori, il potere delle storie e la lotta per la libertà da forze sia esterne che interne.

Questi concetti cardine vengono sviluppati in maniera così sottile all’interno della struttura del fumetto che si notano a malapena nonostante siano i tessuti connettivi che collegano tutti gli elementi della narrazione complessiva. Nonostante, poi, la presenza costante dello sfaccettato tema Fantasy, Sandman ha una radicata impronta umana e realistica nella caratterizzazione di tutti i suoi personaggi, accumunati da un approfondito lavoro di introspezione psicologica. Come già detto, nella serie ci sono un gran numero di characters sovrannaturali e mitologici, i quali vengono però ritratti come persone normali nel loro carattere, nelle loro reazioni e debolezze; tra l’altro, le singole storie contengono spesso una rappresentazione del dolore e del conflitto nella vita reale, con cattive famiglie, amici morenti e relazioni interrotte che funge da intrigante dicotomia ai temi portanti della serie.

Come non citare, ad esempio, la malinconia e la solitudine del protagonista stesso rispetto alla saggia leggerezza di sua sorella Death/Morte? Oppure il suo tardivo fare ammenda di un torto perpetuato ad una donna colpevole di aver respinto il suo amore, calandosi per lei negli inferi e mettendo in moto eventi che occuperanno un ampio ciclo narrativo della serie? O ancora, il misurarsi di Gaiman con tematiche supereroistiche produce un’apprezzatissima storia, magistralmente disegnata dalla coppia Colleen Doran e Malcolm Jones III, dove il protagonista è assente: un doloroso dramma esistenziale che vede l’eroina Elemental Girl spogliata della sua aurea supereroistica e al centro di tematiche legate alla solitudine, la depressione e le difficoltà di accettarsi.

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Nonostante il rinnovamento che l’industria dei fumetti americani ha avuto negli ultimi anni ’80, con l’arrivo di autori del calibro di Gaiman, Moore, Morrison e Milligan (solo per citare qualche nome), che generò un periodo di grande rilancio e diffusione mainstream, Sandman resta uno dei pochi titoli che ha ottenuto non solo l’attenzione del mondo al di fuori dalla sfera dei lettori di fumetti, ma anche in maniera seminale e duraturaUna serie iniziata nel 1988, esplosa intorno al 1990, ed evolutasi costantemente fino alla sua conclusione, con ogni suo arco narrativo che sedimentava nuovi strati su questa storia singolare. The Sandman  ha definito per almeno un decennio l’estetica dell’etichetta Vertigo (simbolo dei fumetti adulti e colti dell’editoria americana), ispirando non solo i numerosi spin-off, ma probabilmente i toni, l’ impronta e l’approccio narrativo di tutti i titoli a venire.

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Anni dopo la sua conclusione, l’importanza e l’influenza culturale di Sandman non si sono mai affievolite, non solo per la ricchezza dei contenuti, ma anche per la coerenza della sua produzione, unicamente e totalmente nelle mani del suo autore Gaiman, che con parsimonia ha aggiunto materiale inedito nel corso degli anniscrivendo The Dream Hunters, Endless Nights e Sandman: Overturepochi titoli, ma tutti particolarmente brillanti, che costituiscono un arricchimento della cosmologia dei vari personaggi senza gratuite forzature. Anche le ristampe della serie originale vendono ancora oggi benissimo, con tirature a sei cifre ogni anno, e Sandman continua ad essere analizzato e riscoperto non solo dalle nuove generazioni di lettori, ma anche da persone al di fuori del mondo dei fumetti.

Paolo Pugliese

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Fonte: Comicsalliance

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