Il Grand Prix di Angoulême 2016 nella bufera per sessismo

Il Grand Prix di Angoulême 2016 nella bufera per sessismo

 

Una vera e propria bufera mediatica ha investito in queste ore il Festival BD di Angoulême, l’evento più prestigioso dell’editoria a strisce franco-belga. Il motivo è l’assenza di autrici nella corposa lista di candidati al Grand Prix de la ville d’Angoulême, diffusa recentemente dallo staff organizzativo del Festival.

Contro la manifestazione, accusata di sessismo culturale, si è mosso per primo il Collectif des créatrices de bande dessisée contre le sexism, importante collettivo femminile nato nel 2015 e composto da 100 autrici di tutto il mondo – tra le quali Marjane Satrapi (Persepolis) e Julie Maroh (Il Blu è un colore caldo) – con lo scopo di combattere il sessismo nell’industria del fumetto. Il collettivo ha chiesto di boicottare il Grand Prix di Angoulême (che, ricordiamo, è una sorta di premio alla carriera all’interno del Festival votato dagli autori stessi), denunciando la mancanza di donne nella lista di 30 candidature dove figurano i nomi di grandi autori internazionali come Brian M. Bendis, Frank Miller, Milo Manara, Alejandro Jodorowsky, Stan Lee, Quino, Lorenzo Mattotti, Alan Moore, Jirô Taniguchi e Jean Van Hamme.

La risposta non si è fatta attendere e, nel giro di poche ore, numerosi autori da tutto il mondo hanno esternato la propria solidarietà alla denuncia del collettivo e, cosa ancor più grave per l’organizzazione del Festival, diversi candidati hanno ritirato le proprie nomination al premio, uno dei più importanti riconoscimenti nel mondo dei fumetti.

Il primo a ritirarsi è stato lo scrittore/disegnatore Riad Sattouf (L’Arabo del Futuro), seguito da Joann Sfar (L’Eterno), Daniel Clowes (Ghost World), Charles Burns (Black Hole), Chris Ware (Jimmy Corrigan), Milo Manara (Caravaggio, Il Gioco), Christophe Blain (Gus), Pierre Christin (Le Falangi dell’Ordine Nero) ed Etienne Davodeau (Gli Ignoranti).

L’adesione alla protesta è stata così larga e immediata, per non parlare dell’eco mediatico, che lo staff di Angoulême ha preso atto della situazione nel giro di pochissimo tempo ed è corso ai ripari diramando un laconico comunicato ufficiale dove si annuncia l’aggiunta di candidature femminili al Grand Prix.

Senza rimuovere altri nomi, aggiungeremo nuovi nomi di autrici alla lista dei candidati per il titolo del Grand Prix 2016.

Prontamente è arrivata la replica secca ed ironica dell’agguerrito collettivo, che ha controbattuto alle dichiarazioni del direttore generale del festival, Franck Bondoux, accusandolo di falsità e ponendo uno scottante interrogativo:

Quelli del Festival hanno detto che non potevano riscrivere la storia del fumettoe chiaramente non intendono neanche modernizzarla! Il nostro boicottaggio ha trovato un grande sostegno ieri e ringraziamo ogni autore che si è rifiutato di votare per il Gran Prix 2016. Grazie anche agli autori nominati che hanno ascoltato la nostra causa e ci hanno sostenuto eliminandosi dalla lista di candidature. Nelle varie polemiche che ieri hanno deliziato i media e i social, in particolare, ci rammarichiamo da un lato per le menzogne e dall’altro per la malafede di quelli del Festival. In particolare del direttore generale Franck Bondoux.

A lui noi rispondiamo brevemente e poi gli poniamo una domanda che oggi è sulle labbra di tutti: innanzitutto, sul relativo sito, oggi leggiamo che il Festival “ama le donne“. Ah, bene! Questo è tutto quello che volevamo noi donne… assicurarci che ci ami. Grazie!

Ciò che è inquietante è che Franck Bondoux ci chiede di guardare altrove continuando a dichiarare pubblicamente cose come “Noi non imponiamo quote. Ci devono per forza essere criteri che ci impongono di avere le donneIl Festival riflette la realtà di questo universo.” Se per lui nessuna donna al mondo merita assolutamente di essere sulla lista dei candidati al Grand Prix 2016 e questo per lui è un riflesso della realtà del fumetto globale di oggi, è il momento per Franck Bondoux di cambiare lavoro.

Allo stesso tempo ci rifila frottole come quella che gli autori candidati sono artisti che scrivono e producono lavori da decenni“, quando invece diversi vincitori del Gran Prix non avevano ancora raggiunto i 40 anni nel momento del ricevimento della nomination. Anche quest’anno almeno un candidato non ha più di 37 anni.

Infine, ci dispiace particolarmente che Bondoux abbia dichiarato che il Festival ha invitato ufficiosamente il collettivo ad inviare una lista di autrici suscettibili a concorrere per il Premio, affermando di non aver visto nelle proposte avanzate 5 o 10 nomi famosi. Protestiamo contro questa palese menzogna. Se Bondoux ci ha chiesto di fornire un elenco, ci siamo rifiutati di dare i nomi in questa  mail di spiegazione che alleghiamo:

message-proposition-Collectif des créatrices

Come ribadiamo in questa mail, il nostro collettivo si propone di sensibilizzare la gente contro il sessismo e la disuguaglianza. Sono cose che esistono. Candidare le donne in base al loro lavoro deve avvenire in modo naturale. La possibilità di avere donne nelle posizioni decisionali non dovrebbe essere una cosa messa in questione.

Il fatto è che c’è poco di intelligente in un festival che ha così poca trasparenza circa le sue regole, i suoi comitati decisionali e di gestione interna, tanto da fare questo grosso errore, che noi abbiamo denunciato con il nostro appello di ieri al boicottaggio. Questi vorrebbero farci credere che sono gli autori che votano per il Gran Premio. Tuttavia, gli autori eleggono tre colleghi da un elenco prestabilito ma qualcun altro avrà l’ultima parola per decidere i finalisti. Data l’entità delle questioni economiche e di notorietà che questo premio rappresenta, tutti si chiedono da ieri: chi compila queste liste? Chi elegge davvero il finalista per il Gran Prix?
Ci aspettiamo che le prossime decisioni del Festival siano in tal senso importanti.

Paolo Pugliese

Gif-Collectif des créatrices

Fonte: FIBD – Femmes Interdites de Bande Dessinée

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