Ieri mattina a Tokyo è venuto a mancare per un arresto cardiaco Shigeru Mizuki, importante mangaka nato nel 1922 a Sakaiminato.
La sua vita personale e artistica è piena di avvenimenti significativi e riconoscimenti: nasce col nome di Shigeru Mura e sviluppa sin da bambino una curiosità verso lo yōkai, il genere letterario giapponese che racchiude le leggende sulle creature fantastiche e i mostri della cultura tradizionale.
Dalla sua letteratura si evince che le prime storie da lui illustrate furono i racconti di fantasmi fatti da una donna della sua città, che lui soprannominava Nononba.
A vent’anni si arruola nell’esercito giapponese per intervenire nella guerra di Guinea, episodio che segna profondamente la sua vita, sia per l’importante impatto psicologico della perdita dei suoi compagni al fronte, sia per l’esplosione che gli causa la perdita del braccio sinistro. Shigeru Mizuki, mancino, si ritrova da solo, in un campo di prigionia, a imparare di nuovo a disegnare e scrivere con il braccio destro.
Al ritorno dalla Guinea, Shigeru Mizuki si stabilisce nuovamente in Giappone, dove inizia a lavorare nel cinema e nel fumetto fino al 1957, anno in cui pubblica la sua prima opera: Rocketman, che dà il via ad una lunga serie di pubblicazioni che lo consacrano nel tempo come maestro del genere yōkai .
Nel 2005 appare in cammeo nel film Yōkai Daisenso (La grande guerra degli Yōkai), di Takashi Miike in cui si rende omaggio all’opera di Mizuki.
Nel 2007 riceve un premio per il suo NonNonBâ, nominato come Miglior Fumetto al Festival international de la bande dessinée d’Angoulême, diventando il primo giapponese a ricevere questo riconoscimento nel festival francese.
Continua a lavorare fino all’ultimo ed è stato il mangaka più anziano in attività: al momento della sua morte, aveva da poco terminato una sua autobiografia, Watashi no Hibi.
Tra le sue opere più famose ricordiamo: Kitaro dei cimiteri, Kappa no Sanpei, NonNonBâ e Verso una nobile morte.
Francesca Torre
Fonte: Fumettologica