La ricompensa del gatto, la raffinata fantasia dello studio Ghibli [Recensione]

La ricompensa del gatto, la raffinata fantasia dello studio Ghibli [Recensione]

Qualche giorno fa è stato proiettato nelle sale italiane La ricompensa del gatto (猫の恩返し Neko no ongaeshi) di Hiroyuki Morita, prodotto dallo Studio Ghibli, la fabbrica giapponese dei sogni.

Il film è uscito in Giappone nel 2002, ma è stato distribuito al grande pubblico italiano solo il 9 e il 10 febbraio di quest’anno. Nonostante la sua rapida apparizione nelle sale, credo che entrerà di buon diritto a far parte dei cult Ghibli a cui tutti gli appassionati sono teneramente legati, essendo uno dei prodotti dello studio meglio riusciti degli ultimi anni.

Il film potrebbe essere considerato uno spin off de I sospiri del mio cuore (耳をすませば Mimi o sumaseba), uscito nel 1995, dato il ritorno di due personaggi che nel primo lavoro vengono introdotti come i secondari e che poi diventano i coprotagonisti de La ricompensa del Gatto: il gatto pigro e grasso Moon e l’elegante e affascinante statua-gatto chiamata il Barone.

La ricompensa del gatto, che pare diventare un emblema di quella gratitudine ansiosa e sgradevole che è meglio perdere che trovare, racconta l’avventura di una studentessa giapponese imbranata e generosa, Haru, che salva un gatto molto speciale, evitandogli una morte orribile per strada.

Un gesto quotidiano, che chiunque di noi farebbe, ma che nel meraviglioso mondo Ghibli diventa un’occasione per accedere ad un universo parallelo, il Regno dei Gatti, in cui lo stemma reale è una sardina stilizzata e il regalo più ambito sono topi vivi da cacciare e sgranocchiare.

Il gatto salvato, infatti, altri non è che il Principe del Regno dei Gatti, la cui vita vale molto di più di quanto la stessa Haru potesse immaginare. Il suo gesto coraggioso porta il Re dei Gatti, padre del miracolato, a fare di tutto perché la ragazza divenga la sposa del Principe e quindi futura regina del Regno.

Haru aveva ben altri programmi per la sua vita e, nonostante la consueta confusione adolescenziale, sposare un gatto era quanto di più lontano potesse immaginare per il suo futuro sentimentale: per questo motivo la ragazza si rivolge a Moon e al Barone che si riveleranno alleati fondamentali per uscire da questo impiccio felino.

Troviamo una citazione molto raffinata durante la straordinaria scena della processione del Re dei Gatti lungo le strade della città di notte. L’incedere solenne de felini e la presenza dell’umano come clandestina e incredula ha immediatamente riportato la mente al Matrimonio delle Volpi magnificamente raccontato da Hakira Kurosawa nel suo film ad episodi Sogni del 1990.

la-ricompensa-del-gatto-3

Hiroyuki Morita ci racconta ancora una volta la storia di una crescita nel delicato momento dell’adolescenza, dove eventi straordinari si manifestano per dare un insegnamento del tutto quotidiano: imparare ad essere sé stessi e a non avere paura di buttarsi nelle occasioni che la vita ci pone davanti, per quanto strane possano sembrare.

Haru impara, attraverso i suoi amici gatti, che il vero amore non chiede mai di tradire sé stessi e che la generosità di un gesto e la positività di un atteggiamento non possono che portare conseguenze altrettanto positive.

Barone e Moon ricoprono dei ruoli di supporto in questa crescita: il Barone, la nobile e valorosa statua-gatto la cui anima è talmente forte da dare vita alla materia inerme (la cui storia ci è nota grazie a I sospiri del mio cuore, altro film consigliatissimo) diventa una versione felina del mago Howl, per quanto meno complesso e più eroico in senso stretto. Moon, il gatto grasso e scroccone dai mille nomi (tanti quanti quelli delle persone che gli danno da mangiare), nonostante la reticenza iniziale, diventa il peso giusto sulla bilancia che sposta la fortuna dalla parte della protagonista e del ritorno all’ordine.

Il disegno è meno curato rispetto ad altri prodotti dello studio, ma quest’osservazione è vera per tutti i film in cui non c’è il diretto coinvolgimento del Maestro Myazaki che ha fatto del suo tratto fitto e spesso grottesco il suo stile unico e distintivo.

Il merito dello Studio Ghibli è di raccontare con la giusta leggerezza delle storie straordinarie, per invenzione e per figure e di dare vita a personaggi dalla grande anima e dal comportamento esemplare in grado di guidarci su di un sentiero ideale in cui tutto si risolve nel migliore dei modi possibili.

Francesca Torre

ricompensagatto_loc

Commenti Facebook
Sviluppo Web by Studioidea - © Copyright 2018 - B-Geek S.r.l - P.I 07634480722 - All rights reserved.