Nella splendida cornice del Palazzo Ducale di Lucca si è tenuta una conferenza della Star Comics in cui Roberto Recchioni ha presentato al pubblico la nuova collana della casa editrice di classici horror.
Ad affiancare lo scrittore romano troviamo gli altri autori di questi quattro volumi: Michele Monteleone (testi) e Fabrizio Des Dorides (disegni) per Dracula di Bram Stoker, Francesco De Stena (testi) e Giulio Antonio Gualtieri (matite) per Frankenstein di Mary Shelley; Stefano Marsiglia (testi) e Francecso Francini e Riccardo Rizzi (matite) al lavoro su Lo Strano Caso del Dottor Jekill e del Signor Hyde di Robert Louis Stevenson; Giovanni Masi (testi) e Federico Rossi Endrighi per il capolavoro di H.P. Lovecraft Le Montagne della Follia.
L’idea di questa collana è nata qualche anno fa durante un dialogo tra lo stesso Recchioni e Claudia Bovini, Editor della Star Comics. La volontà era quella di realizzare un prodotto che partendo dai classici del genere ne offra un adattamento quanto più vicino al romanzo originale, eliminando dunque tutte le successive letture ed interpretazioni cinematografiche o fumettistiche. Allo stesso tempo l’iniziativa nasce per offrire una possibilità di confrontarsi con dei capisaldi della letteratura horror coinvolgendo nuove voci del fumetto italiano.
La grafica dei volumi è stata curata da Paolo Campagna mentre le copertine sono state disegnate dallo stesso Recchioni. Nella realizzazione di queste Recchioni ha detto di essersi ispirato all’opera di artisti quali Saul Bass e Olly Moss, disegnando immagini iconiche e in grado di richiamare subito l’immagine del personaggio a noi familiare. La cura utilizzata nel realizzare questi volumi nasce dall’intento di confezionare un prodotto che abbia una vita editoriale più lunga rispetto ai soliti albi.
L’apparato redazionale di ognuno dei quattro volumi presenta un’analisi del testo, una nota introduttiva che contestualizza l’opera e i vari sketchbook e gli studi preparatori dei protagonisti.
Tutti gli autori intervenuti al panel hanno avuto modo di spiegare le difficoltà a lavorare su queste opere, offrendoci uno spaccato della loro esperienza, del loro approccio alla scrittura o al disegno. Sebbene gli originali abbiano una struttura narrativa diversa tra loro, non c’è stata alcuna volontà di adattarli ad una forma comune lasciando libero ogni autore di scrivere una storia quanto più fedele all’originale.
É ancora troppo presto per parlare di un seguito dell’operazione, molto dipenderà da come il pubblico reagirà a questa interessante iniziativa.
Pasquale Gennarelli