Sherlock: la serie TV che chiama Holmes per nome

Sherlock: la serie TV che chiama Holmes per nome

Al BGeek  2017, il talk “Sherlock: la serie TV che chiama Holmes per nome” a cura di Mela Enne.

Sherlock è ambientato al giorno d’oggi: nella serie TV della BBC creata da Steven Moffat e Mark Gatiss (2010-in produzione), il consulente detective utilizza uno smartphone, prende aerei, ha un sito Internet, ma l’episodio speciale di Natale The Abominable Bride (proiettato nei cinema a gennaio del 2016 fra la terza e la quarta stagione) ha riportato la coppia Holmes-Watson nella tarda era vittoriana. Il DVD dell’episodio riporta la seguente descrizione:

Che cosa accadrebbe se il più famoso detective al mondo e il suo migliore amico vivessero in una Baker Street fatta di treni a vapore, carrozze a due ruote, cappelli a cilindro e redingote?
Nel cuore della Londra vittoriana, passando dalla nebbia avvolgente di Limehouse alle viscere di una chiesa in rovina, Holmes (Benedit Cumberbatch) e Watson (Martin Freeman) dovranno usare tutta la loro astuzia per combattere un nemico apparentemente già morto… Benvenuti in Sherlock… nel 1895!

Il testo dell’edizione italiana, ancora più di quello anglofono, sembra dimenticare che l’era vittoriana fungeva da ambientazione originaria delle storie di Arthur Conan Doyle: l’adattamento dal testo alla serie TV è una modernizzazione e un addomesticamento, come li definiva Umberto Eco in Dire quasi la stessa cosa (Bompiani). È proprio attraverso gli adattamenti che i classici diventano tali e si trasmettono nel tempo, consentendo sempre a nuove generazioni di accostarsi a personaggi iconici e di risalire così alla fonte letteraria.
Nelle trasformazioni dovute all’adattamento, l’essenza di Sherlock Holmes si mantiene intatta: non indulge più alla cocaina ma quando si annoia è tentato dal riprendere il vizio del fumo, ed estorce ancora informazioni con l’astuzia, facendo finta che non gli importino. La serialità televisiva ha però imposto cambiamenti strutturali: il villain Moriarty, che Conan Doyle introdusse nello stesso racconto in cui uccideva Sherlock (The Final Problem), è presente sin dal pilot della serie TV, anche se solo nominato, mentre Mycroft Holmes (interpretato dallo stesso Gatiss) interagisce sin da subito con Watson. Allo stesso modo Mary Morstan, che compare in The Sign of Four e che Sherlock Holmes definisce una «cliente modello», nella serie TV è protagonista di una complessa vicenda che la vede mercenaria e che la porta a sparare all’investigatore nel finale della terza stagione.
L’adattamento seriale televisivo comporta una maggiore coesione narrativa, in cui amici e nemici sono fondamentali nello sviluppo della trama orizzontale e sono protagonisti di lunghi archi narrativi, ma le modifiche non intaccano la figura di Sherlock Holmes, che anzi continua a vivere e a migrare: è così che fanno i classici.
Nel corso del panel al BGeek 2017 verranno mostrati degli spezzoni della serie TV Sherlock in modo da confrontare l’adattamento con gli scritti di Arthur Conan Doyle per individuare le modifiche introdotte e riflettere su come la modernizzazione e la serializzazione televisiva cambino le storie mantenendone lo spirito iniziale.

 Relatrice: Carlotta Susca

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