La leggenda di Superman – Kirk Alyn e George Reeves

La leggenda di Superman – Kirk Alyn e George Reeves

Nel 1933, due studenti liceali di nome Jerry Siegel e Joe Shuster pubblicarono una fanzine amatoriale dal titolo Science Fiction: The Advance Guard of Future Civilization. Sul terzo numero di questa rivista comparve la storia The Reign of the Superman, incentrata su un criminale con poteri telepatici dedito alla conquista del mondo.

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Siegel vi intravide un grande potenziale, ma prima di sottoporre il tutto a un editore effettuò insieme a Shuster un notevole processo di revisione del personaggio, il quale divenne un personaggio positivo e acquisì un colorato costume rosso e blu completo di mantello. Nacque così il primo, e più celebre, supereroe della storia: Superman. Anche se, per trovare una casa editrice disposta a pubblicare le sue avventure, i due giovani autori dovettero aspettare sei anni, anni che rischiarono di porre fine anche alla loro collaborazione. Vennero infine contattati dall’editor Vin Sullivan, della National Allied Publications, la quale stava per dare alle stampe una nuova rivista dal titolo Action Comics. Una rivista che aveva un gran bisogno delle storie di Superman.

Il 18 aprile 1938, dunque, l’ultimo sopravvissuto di Krypton fece la sua prima apparizione pubblica. Siegel e Shuster, felici di aver coronato il loro sogno e inesperti a causa della giovane età di accordi commerciali, concedettero i diritti di sfruttamento del personaggio alla casa editrice in cambio di una cifra ridicola e quindi tutti i benefici commerciali generati dal personaggio di Superman andarono quasi unicamente alla National Allied, la quale iniziò a costruire il suo impero mediatico che l’avrebbe portata a diventare il colosso editoriale oggi noto come DC Comics.

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Superman divenne in breve tempo un personaggio iconico, simbolo stesso della società e del progresso americano, tanto che il 3 luglio 1940 comparve in carne e ossa (interpretato da un attore sconosciuto) all’Esposizione Universale di New York, nonché il protagonista di un serial radiofonico e di una serie di animazione. Il mondo del cinema non poteva di certo farsi sfuggire un personaggio simile. La prima casa di produzione a dimostrare interesse fu Republic Pictures: in due distinte occasioni, nel 1940 e 1941, tentò di stringere un accordo con la National Allied, ma la casa editrice pretese una supervisione totale sull’intero progetto, chiedendo se necessario modifiche alla sceneggiatura, cosa che portò a una rapida fine dei negoziati.

Nel 1947 il produttore Sam Katzman acquisì infine dalla National Allied i diritti di utilizzo del personaggio: la sua idea era quella di sviluppare un film in live-action in più parti, da proiettare nei cinema prima della visione del film principale (ogni capitolo del serial, secondo la tradizione dell’epoca, si sarebbe concluso con un cliffhanger, di modo da invogliare gli spettatori a ritornare la settimana successiva per vedere come il tutto sarebbe continuato). Il progetto venne proposto prima alla Universal Pictures, che rifiutò poiché non produceva prodotti simili, poi alla Republic Pictures, la quale ormai aveva cambiato idea e non era più interessata a sviluppare un film su Superman, infine alla Columbia Pictures, che diede il suo assenso.

Per lo sviluppo di questo progetto, Katzman dovette interfacciarsi con Whitney Ellsworth, editor della National e persona che fungeva da collegamento tra gli studi cinematografici e la casa editrice. Visionando le fotografie di alcuni candidati per il ruolo di Superman, Katzman si imbatté in Kirk Alyn, un attore poco noto che aveva comunque già interpretato altri serial, e lo propose a Ellsworth, il quale però non ne rimase troppo convinto.

Quando tuttavia Alyn mostrò la sua possanza muscolare, le riserve iniziali vennero abbandonate e ottenne dunque la parte, guadagnandosi l’invidiabile primato di divenire il primo Superman sul grande schermo. Peccato che all’inizio tale merito non gli fu riconosciuto poiché, per via di una manovra pubblicitaria voluta dalla Columbia, venne dichiarato che nessun attore poteva avere la potenza necessaria per interpretare Superman, quindi lo studio aveva assunto Superman in persona per il suo ruolo! Nei credits perciò il nome di Kirk Alyn non comparve, a differenza degli altri suoi colleghi: venne nominato unicamente in un poster promozionale del film.

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Per gli altri componenti del cast, vennero selezionati per il ruolo di Lois Lane Noel Neill (con cui Katzman aveva collaborato in precedenti produzioni), Pierre Watkin per il ruolo di Perry White e Thomas Bond per il ruolo di Jimmy Olsen.

La prima puntata del serial, intitolato semplicemente Superman e diretto da Spencer Gordon Bennet e Thomas Carr, venne programmata nei cinema americani il 5 gennaio 1948. Vi furono in totale quindici capitoli, per un minutaggio globale di quattro ore e quattro minuti. Il film mostrò le classiche origini di Superman e la sua lotta contro una malvagia mente criminale di nome Spider Lady (interpretata dall’attrice Carol Forman). Il serial ebbe un successo straordinario e venne richiesto da molti cinema, alcuni dei quali non avevano mai programmato prima questo tipo di prodotto.

La Columbia mise dunque subito in produzione un seguito, Atom Man Vs Superman, che vide confermato l’intero cast con l’aggiunta del primo Lex Luthor cinematografico, Lyle Talbot (nonché l’Atom Man del titolo). Anche questo secondo serial, diretto da Spencer Gordon Bennet e la cui prima parte fu distribuita il 20 luglio 1950, fu in quindici capitoli, per un minutaggio globale di quattro ore e dodici minuti.

L’interesse crescente del pubblico generalista verso il personaggio di Superman portò a pensare di trasferire il personaggio dal grande al piccolo schermo, poiché all’inizio degli anni cinquanta già numerose televisioni private erano visibili sul territorio americano. Nel 1951 il produttore Robert Lippert acquisì i diritti di sfruttamento del personaggio ma, prima di programmare un serial televisivo con tutti i costi e le problematiche del caso, mise in produzione un film che fungesse da sorta di episodio pilota e che venisse programmato nei cinema americani. Ne nacque una sceneggiatura scritta a quattro mani da Robert Maxwell e Whitney Ellsworth, i quali si firmarono col nome collettivo di Richard Fielding: il film, la prima pellicola cinematografica con protagonista Superman, si intitolò Superman and the Mole Men.

Kirk Alyn venne contattato per interpretare nuovamente l’Uomo d’Acciaio, ma rifiutò in quanto non voleva rimanere troppo legato al personaggio, considerato che conclusi i due serial fece fatica a trovare nuovi ingaggi. Nel giugno 1951 venne provinato allora George Reeves, un attore trentottenne all’epoca poco noto che aveva partecipato sia a film per il cinema che a programmi televisivi e radiofonici. Reeves all’inizio ebbe qualche titubanza, visto che avrebbe preferito essere più presente in pellicole cinematografiche (a quell’epoca, un serial televisivo era visto come un prodotto di serie B) e le tempistiche erano veramente pressanti, ma alla fine accettò. Per il ruolo di Lois Lane venne selezionata Phyllis Coates, una veterana delle prime produzioni televisive americane.

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L’estate del 1951 si rivelò impegnativa per i due attori, visto che in sole tredici settimane girarono sia le riprese dell’episodio pilota (diffuso nei cinema nel novembre 1951), che i ventisei episodi della prima stagione del serial televisivo, intitolato Adventures of Superman. Come previsto da Reeves, le tempistiche furono serrate e non era raro che si approfittasse di un set per girare più scene una dietro l’altra che sarebbero apparse in episodi diversi (ma con gli attori che indossavano sempre gli stessi vestiti).

Le scene di volo si rivelarono un serio problema: all’inizio il tutto venne simulato tramite dei cavi attaccati al corpo di Reeves, ma a un certo punto uno di questi cavi si ruppe e l’attore precipitò a terra. Reeves non volle allora più saperne di cavi, quindi si rimediò facendo sì che il tutto avvenisse fuori scena, mostrando l’attore che compieva un imponente balzo per spiccare il volo e un altro salto per simulare l’atterraggio.

La serie si distinse anche per la costante presenza sullo schermo di Lois Lane: pur seguendo certi stereotipi dell’epoca della damigella in pericolo, Phyllis Coates aveva (in termini di minutaggio) un ruolo sostanzialmente uguale a quello di Reeves, che aveva insistito molto su questo punto coi produttori. Ai due attori principali si aggiunsero Jack Larson nel ruolo di Jimmy Olsen e John Hamilton nel ruolo di Perry White. Considerato il limitato budget a disposizione, Superman non affrontò mai nessuno dei componenti della sua galleria di nemici, ma criminali comuni o scienziati pazzi.

All’inizio la serie televisiva fece fatica a essere distribuita nei network televisivi, andando in onda solo alla fine di settembre del 1952. Le cose cambiarono quando si fece avanti uno sponsor (i cereali Kellogg’s) e la rete televisiva ABC cominciò a programmare i vari episodi in ambito nazionale. All’improvviso Reeves e soci diventarono delle star e il nome di Superman fu sulla bocca di tutti. Venne subito messa in programmazione la produzione di una seconda stagione, sempre composta da ventisei episodi, ma Phyllis Coates non poté riprendere il ruolo di Lois Lane in quanto già impegnata in altri progetti. Venne allora contattata Noel Neill, la Lois dei serial cinematografici, che accettò, legando il suo nome in maniera indissolubile a questo personaggio.

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Lo stesso destino capitò anche a Reeves, il quale, conclusa la seconda stagione, decise di ritirarsi dallo show per produrre e scrivere una propria serie televisiva. Cercò anche altri ingaggi cinematografici, ma ne ottenne pochi poiché ormai tutti lo associavano a Superman. Quando firmò un contratto importante nel film Da Qui All’Eternità, il suo ruolo fu drasticamente ridotto poiché nei primi screening molti lo indicavano come l’Uomo d’Acciaio.

I produttori della serie ricontattarono allora Kirk Alyn, ma di fronte a un suo nuovo rifiuto, offrirono a Reeves un aumento dell’ingaggio e lui tornò sui propri passi, anche perché non era riuscito a trovare i finanziamenti per il suo progetto. Col tempo l’attore cominciò a gradire la visibilità che Superman poteva donargli, contando anche su incarichi extra ben remunerati come gli spot promozionali per lo sponsor del programma. Molte furono inoltre le sue apparizioni in pubblico nelle vesti di Superman, di fronte a bambini entusiasti di vedere il loro eroe in carne e ossa. In queste occasioni, Reeves, accanito fumatore, prendeva tutti gli accorgimenti possibili per far sì che il pubblico non lo vedesse con una sigaretta in mano e qualche tempo dopo smise del tutto di fumare.

A partire dalla terza stagione, la serie passò dal bianco e nero a colori e i toni si fecero più leggeri, fino a rasentare in alcuni casi un involontario umorismo. Alcuni episodi furono diretti da Reeves in persona. L’ultima stagione, la sesta, si concluse nell’aprile del 1958.

Nel 1959 c’erano già piani in atto per almeno due nuove stagioni: tutti gli attori principali erano stati riconfermati, anche se, a causa della morte di John Hamilton, il personaggio di Perry White venne assegnato a Pierre Watkin, anche lui come Noel Neill proveniente dai due serial cinematografici. Alcune sceneggiature erano già pronte. Tuttavia Reeves provò di nuovo una profonda insoddisfazione per come, giunto all’età di quarantacinque anni, la sua carriera cinematografica fosse arrivata a un punto morto, non avendo mai avuto un vero ruolo da protagonista in alcuna pellicola. Anche un nuovo progetto su un film di fantascienza che lo avrebbe visto dietro la macchina da presa naufragò a causa della mancanza di adeguati finanziamenti.

Dopo una relazione extraconiugale con Toni Mannix, moglie del general manager della Metro-Goldwyn-Mayer, Reeves si fidanzò con una ereditiera di nome Leonore Lemmon, programmando il matrimonio con lei poco prima dell’inizio delle riprese della nuova stagione. Ma questo non avvenne mai.

Il 15 giugno del 1959, poco prima di mezzanotte, George Reeves venne svegliato dai rumori di un party tenuto nella sua abitazione dalla sua fidanzata e da alcuni suoi amici. Dopo aver manifestato la sua rabbia, Reeves si concesse qualche drink e tornò a dormire. Circa un’ora dopo, presumibilmente poco prima delle due di notte del 16 giugno, si udì un rumore di arma da fuoco. Un amico dell’attore si precipitò nella sua stanza, trovandolo riverso sul letto, morto a causa di un colpo di pistola alla testa.

Ubriachi e confusi, gli ospiti impiegarono quasi un’ora per chiamare la polizia, la quale sempre per gli stessi motivi fece qualche fatica a ottenere testimonianze coerenti da tutte le persone presenti. L’indagine ufficiale giunse comunque alla conclusione che George Reeves si fosse suicidato, probabilmente a causa di uno stato di forte depressione causato da alcuni problemi di natura finanziaria e insoddisfazioni lavorative.

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La madre dell’attore non concordò con questa conclusione, ma nonostante alcune indagini portate avanti da investigatori privati non venne mai trovata alcuna prova concreta che George Reeves fosse stato ucciso. Il film Hollywoodland, con Ben Affleck nella parte di Reeves, offrì delle ipotesi alternative che, per quanto affascinanti, non trovarono alcun riscontro oggettivo.

I produttori pensarono di continuare comunque la serie incentrandola su Jimmy Olsen e utilizzando immagini di repertorio di Reeves e una controfigura da inquadrare di spalle, ma Jack Larson, l’attore che interpretava Olsen, rifiutò categoricamente di aderire a questo progetto e il tutto naufragò in via definitiva.

Due anni dopo la morte di Reeves, nel 1961, Whitney Ellsworth ideò uno spin-off della serie televisiva, The Adventures of Superboy, incentrato sulle avventure del giovane Clark Kent a Smallville. Johnny Rockwell venne selezionato per interpretare l’eroe. Venne girato l’episodio pilota e preparate alcune sceneggiature, ma la serie, ritenuta troppo costosa, non trovò alcuno sponsor e nessuna rete televisiva decise di trasmetterla, chiudendo così questa prima avventura televisiva dell’Uomo d’Acciaio.

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E cosa era successo nel frattempo a chi quel personaggio lo aveva creato? Jerry Siegel e Joe Shuster avevano iniziato una lunga battaglia legale contro la National Allied Publications, chiedendo i diritti di proprietà intellettuale sia su Superman che su Superboy. La casa editrice per tutta risposta li licenziò in tronco. Per far sì però che il tutto non si trascinasse in una lunga e costosa battaglia legale dagli esiti incerti, la National Allied diede infine a Siegel e Shuster una buonuscita, pretendendo però che i due autori dichiarassero pubblicamente che i diritti di sfruttamento del personaggio di Superman erano in capo alla casa editrice e rifiutandosi di dar loro nuovi incarichi editoriali.

Fu solo l’inizio.

Fabio Volino

PROSSIMAMENTE: CHRISTOPHER REEVE

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