Birthright Vol.1 – Ritorno a Casa: Recensione

Birthright Vol.1 – Ritorno a Casa: Recensione

In un periodo in cui il fantasy sta vivendo una nuova e fortunata stagione trascinato dal successo degli adattamenti cinematografici di capisaldi del genere come Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit o Il Trono di Spade, nasce Birthright, nuova serie realizzata dallo scrittore Joshua Williamson con i disegni di Andrei Bressan per l’etichetta Skybound.

Sebbene la copertina del volume edito dalla saldaPress richiami in maniera evidente un immaginario fatto di elfi, fate, guerrieri e draghi, questo Birthright non può essere definito un’opera pura, in quanto l’intento del suo autore è quello di creare un ibrido che mescoli alle classiche ambientazioni Sword & Sorcery una dimensione più reale, umana, costruita intorno alle drammatiche vicende della famiglia Rhodes.

Doveva essere un giorno speciale. Uno di quei giorni da conservare per tutta la vita nel proprio libro dei ricordi. Un giro in auto con papà, due passaggi a baseball all’area aperta, il ritorno a casa, una festa a sorpresa, regali da scartare e i sorrisi della madre e del fratello. Tutto secondo copione, tutto così speciale. Ma poi, basta un attimo, e la tragedia giunge tanto inattesa quanto devastante. Il piccolo Mikey scompare nel bosco in cui stava inseguendo una palla e per i Rhodes è l’inizio della caduta verso il baratro.

Dopo un anno ecco giungere una chiamata dell’FBI che sembra riaccendere la speranza, qualcosa di assolutamente inatteso aspetta Aaron e Wendy, i genitori di Mikey, rinchiuso in una camera per gli interrogatori, le porte di un nuovo mondo si aprono per gli abitanti della Terra.

Partendo da uno spunto molto simile a quello del primo romanzo de Le Cronache di Narnia, Il Leone, La Strega e l’armadio, Mikey viene catapultato su Terrenos, mondo minacciato da Dio-Re Lore, maligna forza della natura che vuole soggiogare le popolazioni che osano ribellarsi al suo potere. Il Prescelto, strappato dalla sua fanciullezza, dovrà affrontare un duro addestramento per diventare l’eroe che sconfiggerà Lore.

Insomma, gli ingredienti giusti ci sono tutti. Avventura, mistero, intrighi vengono mescolati da Williamson che riesce a costruisce una storia lineare, di facile fruibilità e ricca di continui colpi di scena, che in questi primi cinque capitoli non subisce cali d’intensità. La narrazione viene arricchita con dei flash-back che ci permettono di ricostruire l’esperienza di Mikey dal momento in cui si perde nella Foresta di Sorbi, fino al suo arrivo alle Paludi della Serenità, dove sotto la guida di Rook dovrà diventare un guerriero. Il cast si arricchisce di altri personaggi e luoghi che non appesantiscono la narrazione evitando, così, di rendere troppo farraginoso lo storytelling e creare delle pericolose e dannose divagazioni.

Come in ogni romanzo fantasy che si rispetti anche in questo assistiamo alla lotta tra il bene e il male, un tòpos imprescindibile del genere. Ed anche in questo l’autore è bravo a creare un alone di mistero intorno alla figura del Prescelto. Lungo il racconto, infatti, molti indizi vengono lasciati a minare la fiducia sulla bontà del ritorno dell’eroe per salvare il nostro mondo.

Ha sconfitto veramente Lore o ne è caduto vittima? È davvero un esempio di rettitudine oppure dietro di lui ha disseminato una scia di morte, bugie e falsità? Insomma, è un buono o un cattivo? Come afferma lo stesso Mikey a suo fratello Brennan “Le cose non sono sempre ciò che sembrano”, e la pagina conclusiva di questo volume ci lascia con molti interrogativi e illazioni che presto verranno fugate.

Ma non ci sono solo avventura ed emozioni forti, in quanto Williamson è anche attento a mettere in risalto l’aspetto umano della vicenda. Nei gesti e nelle parole di ognuno dei componenti della famiglia Rhodes si leggono i segni, la stanchezza e la tensione dovuti alla tragedia. Scavando sotto inseguimenti e scontri in pieno stile Sword & Sorcery, Birthright è dotato di un cuore e di un’anima forte che permettono a questa prima parte di riscaldare il cuore, far riflettere, prendere una posizione netta sulla vicenda che colpisce i Rhodes. Questo è possibile grazie ad un attento ed ottimo lavoro in fase di caratterizzazione dei personaggi. Ognuno viene dotato della giusta profondità capace di creare empatia con lettore, di prenderlo per mano e condurlo in questo viaggio.

Ma l’eccellente lavoro in fase di scrittura sarebbe vano senza il superbo lavoro al tavolo da disegno di Bressan. Lo stile del disegnatore brasiliano ben si adatta alle duplici ambientazioni del racconto, passando da un registro stilistico realistico ad uno immaginario con estrema facilità. Le tavole sono ricche d’azione e dinamismo ma allo stesso tempo descrittive, cariche di particolari, ed espressive. Tanto Williamson è bravo nell’ampliare lo spettro emozionale del racconto, tanto Bressan lo è nel passare da una stanza da letto a un paesaggio innevato, all’inventare nuove creature che animano le lande sconfinate di Terrenos al volto rigato di lacrime di una giovane madre. La pagina ha un’impostazione regolare ma sovente si lascia andare ad immagini intere che impressionano per la loro bellezza ed intensità emotiva.

Birthright è senza dubbio una lettura piacevole ed appassionante, che saprà tenervi incollati dalla prima all’ultima pagina. Destinata non solo agli amanti delle saghe fantastiche ma anche agli amanti delle storie d’azione, avventura, drammatiche.    

Pasquale Gennarelli

Birthright Vol 1 - Ritorno a Casa Recensione

  • TITOLO: Birthright Vol. 1 – Ritorno A Casa
  • EDITORE: saldaPress
  • TESTI: Joshua Williamson
  • DISEGNI: Andrei Bressan
  • COLORI: Adriano Lucas
  • COPERTINA: Andrei Bressan
  • FORMATO: 16,8 X 25,6 cm, brossurato, 152 pp., colori
  • PREZZO: 14,90 €
  • DATA D’USCITA: Novembre 2015
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Francesca Torre | Senza categoria
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