Li hai visti tante volte, sulle tavole dei manga, sulla t-shirt che hai comprato, in qualche spot pubblicitario, tatuati sulla pelle di un amico. Sono fatti da un insieme più o meno fitto di linee, eleganti ed incomprensibili a prima vista. A volte qualcuno di questi ricorda figure, rievoca immagini. Di che stiamo parlando?
Ma dei KANJI, gli ideogrammi giapponesi!
Quest’anno Mondo Japan presenta un laboratorio di scrittura che ti permetterà di scoprire il significato di alcuni popolari kanji e tante curiosità che li riguardano. Se vuoi scoprire come “graficamente” si dicono amore, amicizia, libertà, onore e tante altre parole, se vuoi chiedere ad una insegnante giapponese come si scrive una parola che ti sta a cuore, o scoprire il significato di un kanji che ti incuriosisce, questa è la lezione che fa per te!
Il laboratorio “Scriviamo in giapponese” sarà tenuto da Satoko Yahata, insegnante madrelingua di Momiji, centro di lingua e cultura giapponese.
Da dove vengono i Kanji?
In realtà i kanji, detti anche caratteri han, o sinogrammi, non sono originari del Giappone, bensì sono stati importati nel Paese del Sol Levante dalla Cina; vengono utilizzati nel sistema di scrittura giapponese unitamente ai sillabari hiragana e katakana.
Per questa ragione, moltissimi kanji hanno due tipi di letture: la lettura on, che deriva a livello fonetico dalla sua pronuncia cinese e la lettura kun, che è invece la lettura di origine giapponese attribuita allo stesso kanji al momento della sua inclusione nel sistema linguistico nipponico.
I kanji possono avere più letture on, poiché gli stessi caratteri furono importati dalla Cina in epoche diverse e da differenti aree geografiche, dunque la loro pronuncia era cambiata col tempo o in relazione alla zona.